Il nuovo codice per le ong varato dal governo Meloni in un decreto legge approvato nell'ultimo consiglio dei ministri, in sostanza, impone alle navi del soccorso umanitario di compiere un solo salvataggio per poi dirigersi verso il porto assegnato, che in base alla tendenza degli ultimi giorni, sarà un porto del centro-nord, a centinaia di miglia nautiche e giorni e giorni di navigazione dalla zona delle operazioni di soccorso. Le navi che infrangessero tale schema saranno soggette a multe e/o sequestri amministrativi.
Un escamotage che non frenerà il flusso migratorio via mare, visto che è stato ampiamente dimostrato che il cosiddetto "pull-factor" non esiste se non nella propaganda degli estremisti di destra, ma sarà utile solo a diminuire il numero delle operazioni di salvataggio delle navi delle ong, aumentando di fatto il numero di persone che annegheranno in mare. Non è allarmismo, è semplicemente un dato statistico.
Tutto questo per soddisfare la propaganda post-fascista che vuol far credere che il soccorso delle navi umanitarie contribuisca a creare una sorta di invasione dell'Italia. Nella realtà, parti terze come l'Ispi hanno dimostrato che il fattore traino da parte delle navi delle ong sbandierato dai post-fascisti non esiste, ed inoltre i migranti sbarcati dalle navi dele ong sulle coste italiane rappresentano, al massimo, il 15% degli arrivi degli irregolari in Italia, un numero, tra l'altro, inferiore rispetto a quello di altri Paesi!
Le ong definiscono illegale il decreto sul flusso migranti ed alcune hanno anticipato che non ne seguiranno le indicazioni, perché in violazione del diritto internazionale.
Così Amnesty International ha commentato la decisione del governo, frutto - secondo quanto riportano alcune agenzie - di un estenuante lavoro di limatura per renderlo compatibile con la legislazione in vigore:
"Sulla base degli elementi a disposizione e in attesa della pubblicazione del testo ufficiale, il provvedimento sembra essere “l’ennesimo attacco alle Ong che effettuano ricerca e soccorso in mare e al diritto di asilo: piuttosto che elaborare misure a garanzia dei diritti, il governo avrebbe scelto ancora di istituzionalizzare il sospetto verso chi riempie un grave vuoto istituzionale". Così Amnesty International Italia ha commentato l’approvazione del nuovo “decreto immigrazione” da parte del Consiglio dei ministri.Il decreto indicherebbe le condizioni per cui le attività svolte dalle navi siano ritenute conformi alle convenzioni internazionali e alle norme nazionali. Una posizione di per sé preoccupante, che sembra guardare ancora una volta con sospetto alle operazioni compiute dalle Ong.Eppure, ricorda Amnesty International Italia, le navi che effettuano ricerca e soccorso in mare si muovono sempre nel rispetto del diritto. È forse per questo che, di tutti i procedimenti a loro carico, nessuno finora è mai arrivato a processo. Ma questo non sembra aver impedito al governo di concentrare risorse e attenzione contro di loro.In particolare, il decreto disporrebbe una serie di indicazioni che si vanno a delineare come un vero codice di condotta, ufficialmente per regolare l’attività di soccorso in mare: in realtà il rischio è quello di ostacolare le operazioni, ritardando gli sbarchi e violando gli obblighi degli stati.A farne le spese, sottolinea Amnesty International Italia, non sarebbero solo le Ong e i difensori dei diritti umani, ma anche e soprattutto le persone migranti.Il decreto sembra ancora una volta finalizzato a istituzionalizzare il sospetto, imponendo controlli superflui e restrizioni ingiustificate nei confronti delle Ong di soccorso, piuttosto che indirizzato a farsi carico, finalmente, della responsabilità di garantire i diritti".
Il presidente della Repubblica, Mattarella, che al Quirinale incontra i bambini ospiti di case famiglia offrendo loro merende e doni natalizi, non si farà scrupolo di firmare il decreto per renderlo esecutivo in attesa che il Parlamento lo approvi, senza valutare però che nel frattempo alcuni bambini, statisticamente, potrebbero annegare nel Mediterraneo a causa di tale decisione.
Dal punto di vista legislativo, il governo sembra non essersi resi conto che il decreto legge sul flusso dei migranti rischia di legalizzare, almeno per quanto riguarda il soccorso in mare, il reato di omissione, visto che il dispositivo dell'art. 575 del codice penale prevede la condanna di chiunque cagioni la morte di un uomo. Infatti, secondo la giurisprudenza, il reato di omicidio può concretizzarsi anche per omissione, qualora preesista a carico dell'agente un obbligo giuridico di impedire l'evento. Saranno infinite, a questo punto, le situazioni "border line" che verranno a crearsi.
Per chi non lo avesse compreso, basti ricordare che una volta effettuato un salvataggio una nave umanitaria deve dirigersi verso il PoS assegnato. Ma se a 100 miglia viene a conoscenza di un'imbarcazione possibilmente in difficoltà che deve fare? Il paradosso è che una ong adesso rischia di essere colpevole tre volte, violando le norme del decreto sul flusso migranti, quelle del codice penale e quelle del diritto internazionale.
Come pare, l'appellativo bastardi è offensivo e non può essere utilizzato nei confronti di legislatori che creano norme come il decreto flussi. Bene... ma chiamarli incapaci e incompetenti è consentito?