Il governo, con un decreto, vuole tornare al voto in due giorni
Questa mattina sul profilo twitter di Enrico Letta sono stati pubblicati, in successione, i seguenti post.
Costa 120ml. #Perchévotoinduegiorni se non lo fa nessuno? #Nontornareindietro su #votosoloinungiorno.E poi, #chipaga?
#Nontornareindietro su #votosoloinungiorno.Saremmo i soli.E poi,cambiare per decreto a campagna elettorale in corso??
Da questa mappa vedo che tranne Egitto e India #votosoloinungiorno è regola.#Nontornareindietro #electionday http://www.mapsofworld.com/elections/
A che cosa si riferisce l'ex presidente del Consiglio, serenamente defenestrato dal suo incarico da Matteo Renzi? All'intenzione, che dalle voci di corridoio è data come cosa fatta, da parte del Governo di estendere a due giorni le tornate elettorali con un decreto che verrebbe licenziato oggi nel consiglio dei ministri convocato per le 17 inserito nell'ordine del giorno alla voce Varie ed Eventuali.
Perché Letta ha lanciato questi appelli? Perché fu proprio il suo governo a decidere che qualsiasi elezione in Italia si sarebbe svolta nell'arco di un solo giorno, sia per adeguarci alle indicazioni dell'Europa, sia per un contenimento dei costi.
Sotto quest'ultimo aspetto, bisogna considerare che un'elezione costa allo Stato circa 300 milioni. Un giorno in più di durata, invece, costa 100 milioni.
Questo pomeriggio, il Governo pare orientato ad emanare un decreto per estendere il voto di nuovo a due giornate a partire già dalle elezioni amministrative del prossimo 5 giugno.
Perché questa scelta? Considerando quanto finora fatto da Matteo Renzi, la motivazione che raccoglie più consensi è quella che una giornata di voto in più lo favorirebbe dal punto di vista dei consensi, non tanto per le amministrative, quanto per il referendum costituzionale di ottobre, trasformato dal presidente del Consiglio in un referendum sulla sua persona.
Non potendo fallire, dato che in tal caso lascerebbe la politica per sempre in base a ciò che ha detto, deve ricorerre ad ogni mezzo per superare il 50% dei consensi.
Il costo sostenuto finora dagli italiani per le modalità con cui il Governo ha scelto di far svolgere le elezioni in questi primi mesi dell'anno? 300 milioni di euro per il referendum cosiddetto delle trivelle che potevano essere risparmiati accorpandolo alle prossime amministrative. A questi, nel caso in cui le elezioni dovessero essere svolte in due giorni, vanno aggiunti più di 100 milioni di euro per il primo e l'eventuale secondo turno delle ammnistrative e altri 100 per il referendum.
Ma per Renzi, probabilmente, 500 milioni di euro in più o in meno non spostano nulla. In fin dei conti, dice lui, siamo un grande paese.