La morte, anzi, l'uccisione di un adolescente di origine nordafricana durante un controllo stradale da parte della polizia in un sobborgo di Parigi ha causato prima nella capitale e poi in tutta la Francia un'ondata di indignazione e proteste che, ancora una volta, sta mettendo in crisi Macron e il suo governo.

Dopo la seconda notte di  disordini, la polizia ha effettuato 180 arresti, secondo quanto dichiarato dal ministro dell'Interno, Gérald Darmanin.

Questa mattina, Macron ha tenuto una riunione di crisi con i ministri interessati in merito all'accaduto, con Darmanin che successivamente ha annunciato che 40.000 agenti di polizia sarebbero stati dispiegati in tutto il Paese, di cui 5.000 nella regione di Parigi,  per mettere fine agli scontri. Un numero quasi quattro volte superiore rispetto a quello dei poliziotti impiegati mercoledì sera.

"La risposta dello Stato deve essere estremamente ferma", ha affermato Darmanin. Sia Darmanin che il primo ministro, Élisabeth Borne, hanno escluso per il momento la dichiarazione di stato di emergenza.

Perché questa ondata di protesta? L'uccisione del 17enne franco-algerino Nahel M., avvenuta a Nanterre alla periferia occidentale di Parigi, a seguito di un colpo di arma da fuoco, è l'ultimo atto di una serie di violenze di cui viene accusata la polizia francese che, per coloro che manifestano, dimostrerebbe al suo interno un razzismo sistemico rivolto nei confronti dei residenti delle periferie, abitate per lo più da comunità multietniche.

Nel frattempo, chi conduce le indagini sul caso, ha dichiarato ufficialmente che l'utilizzo della pistola da parte dell'agente che ha ucciso il ragazzo era ingiustificato.

Mercoledì Macron aveva condannato quanto avvenuto, ma che la violenta protesta che ne era seguita era da ritenersi ingiustificabile:

"Le ultime ore sono state segnate da scene di violenza contro le stazioni di polizia, ma anche scuole e municipi, istituzioni della Repubblica, e queste scene sono del tutto ingiustificabili".

Un video condiviso sui social media, mostra due agenti di polizia accanto a una Mercedes AMG, con uno di loro che spara a distanza ravvicinata al conducente mentre inizia ad accelerare, conducente che muore poco dopo a causa delle ferite riportate. Il ragazzo, troppo giovane per avere la patente, stava guidando illegalmente, ed era già noto alla polizia per esserne stato fermato in passato. Il ragazzo, secondo gli inquirenti, non avrebbe obbedito agli ordini degli agenti.

Dopo i primi gravi episodi di violenza registrati a Nanterre, la protesta si è allargata anche ad altre città della Francia, oltre che a Parigi: Lille, Tolosa, Amiens, Digione... Qualcosa di analogo era già accaduto nel 2005 durante la presidenza di Jacques Chirac, che in quel caso fu costretto a dichiarare lo stato di emergenza.

Quello avvenuto martedì è il terzo episodio, nel 2023, in cui in Francia una persona rimane uccisa per un colpo di arma da fuoco durante un controllo stradale. Nel corso del 2022 erano state 13. Le vittime? Per la maggior parte persone di origine araba e/o di origine africana.