Brexit, trovata l'intesa sugli accordi commerciali
In attesa dell'annuncio ufficiale, che dovrebbe arrivare in giornata dopo i colloqui che si sono tenuti anche nel corso della notte - ieri si erano nuovamente sentiti il premier britannico Johnson e la presidente della Commissione Ue von der Leyen - è possibile già adesso anticipare che un accordo commerciale sulla Brexit è stato finalmente raggiunto, superando anche lo scoglio finale rappresentato dalla pesca.
Quindi, a partire dal 1 gennaio, non dovrebbe cambiare molto in relazione ai rapporti che già adesso regolano gli scambi commerciali tra Gran Bretagna e Paesi europei, anche se non tutto rimarrà come prima.
Ad esempio le patate da semina, dal prossimo anno, non potranno più essere esportate dal Regno Unito. Questo ha già fatto infuriare la premier scozzese Nicola Sturgeon perché ciò danneggerà soprattutto i suoi agricoltori... ma bisognerà attendere ancora qualche giorno per sapere quali saranno le nuove condizioni che potrebbero danneggiare o meno alcuni settori economici rispetto a quanto invece sta accadendo oggi.
Ma quello che va sottolineato è che questo accordo è stato raggiunto in extremis perché non solo il Regno Unito sarebbe stato danneggiato dalle tariffe del WTO che avrebbero regolato dal prossimo gennaio gli scambi commerciali con l'Europa, ma anche la Germania con le sue 30mila aziende che esportano i loro prodotti oltre Manica. La tedesca von der Leyen aveva ben presente il problema e nel caso avesse avuto qualche amnesia in proposito la Merkel avrà sicuramente provveduto a ricordarle ciò che avesse dimenticato.
Quindi, a breve arriveranno le entusiastiche dichiarazioni del premier inglese, della commissaria europea, dei negoziatori Barnier e Frost e dei vari leader dei Paesi dell'Unione... anche se formalmente c'è ancora un ostacolo prima di concludere la vicenda. Anzi, gli ostacoli sono due e sono rappresentati dal voto del Parlamento britannico e dal voto del Parlamento europeo.
Al di là del problema della scadenza del 31 dicembre che forse potrebbe anche essere prorogata di qualche giorno per dar modo alle due assemblee di esaminare compiutamente i contenuti dell'accordo, c'è quello del voto che dovrà sancirlo. Vedremo dai primi commenti sul testo prodotto se il voto sarà una formalità o meno. Nel caso non dovesse essere una formalità, la temuta Brexit no deal diventerebbe realtà.