Politica

L'inchiesta di Report sulla Lega ovvero quello che Salvini non vi avrebbe mai detto

Nel nome di Matteo è l'inchiesta che lunedì la trasmissione di Rai 3 Report ha dedicato alla Lega di Matteo Salvini. Ma per essere più precisi alle "Leghe" di Matteo Salvini.

Infatti, i partiti sono due. Uno è la la Lega Nord che chiede l'indipendenza della Padania... a rate di 600mila euro all'anno per saldare i circa 49 milioni di euro di rimborsi elettorali avuti e non dovuti tra gli anni 2008-2010 sulla base della presentazione al Parlamento di rendiconti, in base alle inchieste, ritenuti irregolari.

L'altro è la Lega che invece si richiama agli italiani, e più precisamente il partito che ha sostituito il motto "Prima il nord" con quello "Prima gli italiani", dove la secessione - o presunta tale - è stata rivista in una più moderata richiesta di trasformazione dell'Italia in uno Stato federale.

Nell'inchiesta, che è possibile vedere a questo indirizzo, si parla dei "due partiti", soggetti politici distinti, e del loro operato.

Per quanto riguarda la vicenda dei 49 milioni della Lega Nord, quelli che verranno rimborsati a 600mila euro l'anno da qui all'eternità, l'inchiesta fa notare che i soldi non rendicontati nei bilanci di quel partito sono circa 30 milioni di euro, circa il 70%... un'enormità! Questo potrebbe far pensare che tali soldi potrebbero anche esser finiti in qualche conto estero di qualche paradiso fiscale.

Un'ipotesi non solo avanzata dalla trasmissione Report, ma ipotizzata anche dai magistrati che si sono occupati della vicenda, visto che in questi giorni sono state effettuate delle perquisizioni negli uffici dei commercialisti in cui sono registrati i domicili fiscali delle attività del partito.


Ma ancor più interessante, è la parte dell'inchiesta in cui Report illustra come nel Sud la nuova Lega, quella di Salvini, sia riuscita a promuovere il consenso. Un aspetto non certo irrilevante per un partito che inneggiava al nord e per un segretario che in passato si appellava al Vesuvio perché eruttasse e sommergesse, grazie alla lava, i meridionali "colerosi".

In pratica, nelle varie regioni del Sud, la Lega ha "arruolato" vari personaggi che in passato gravitavano nell'area di Forza Italia e che come caratteristica principale hanno quella di poter controllare, direttamente o indirettamente, dei bacini di voto.

Fin qui nulla di male. Il problema è che quei personaggi, provenienti tra l'altro dall'estremismo di destra, sono coinvolti in inchieste della magistratura per vicende di corruzione o malaffare, ed in cui sono invischiati direttamente o indirettamente - anche in relazione a connivenze o parentele - con il mondo della criminalità organizzata. E questo riguarda tutte le regioni del Sud!

Il problema che l'inchiesta di Report pone, alla fine, diventa politico, perché la Lega, per il proprio consenso, parrebbe non disdegnare - se non andare direttamente a ricercare - l'appoggio di personaggi non proprio rispettabili, in cambio del consenso, in termini di voto, che questi sarebbero in grado di portare.

Sulla base di quanto emerge dall'inchiesta, è evidente che, dal punto di vista politico non è possibile non porci delle domande. Ad esempio, viene subito alla mente l'opposizione della Lega alla prescrizione voluta dai 5 Stelle già nel ddl anticorruzione. La Lega si è tenacemente opposta alla possibilità di abolire i termini della prescrizione dopo il verdetto in primo grado. Un caso? Certo che se molti dei propri esponenti politici hanno dei problemi con la giustizia, pensar male non è illogico e irreale.

Non solo. In base a quanto affermano i sondaggi, la Lega di Salvini ha raddoppiato i consensi utilizzando come propaganda la sicurezza e la legittima difesa.

Pertanto, impedire salvataggi in mare dei migranti, respingerli e creare ogni genere di difficoltà a quelli già presenti in Italia, secondo Salvini e secondo chi lo applaude renderebbe migliore la vita degli italiani. Lo stesso farebbe la possibilità di sparare indiscriminatamente a qualunque presunto ladro all'interno di un'abitazione. Da una parte, Salvini promuove la legalità in questi termini, dall'altro non disdegna di ricercar voti facendosi rappresentare sul territorio, almeno al sud, da persone che hanno relazioni con il mondo della criminalità.

Una considerazione che, gioco forza, non può non chiamare in causa anche i 5 Stelle, quelli che tenacemente invocano la propria onestà e, allo stesso tempo, hanno voluto dar vita all'attuale Governo con la Lega di Salvivi. I 5 stelle, il partito dell'onestà, della lotta alla casta e ai furbetti, alla fine governa con un partito che fa riferimento a tutto il peggio della "vecchia politica" che i grillini dicono di voler combattere.

Un paradosso difficilmente giustificabile.

Autore Ugo Longhi
Categoria Politica
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