Gladio era un'organizzazione paramilitare organizzata dalla CIA ed operava in Italia. Gladio era composta da persone addestrate a compiere operazioni clandestine e atti di sabotaggio nel caso in cui Unione Sovietica o paesi aderenti al Patto di Varsavia avessero invaso l'Italia oppure nel caso in cui il Partito Comunista Italiano avesse assunto la guida del paese.

In pratica, era una rete definita di tipo stay-behind, conosciuta ai servizi segreti italiani e a molti politici che si erano succeduti alle principali cariche istituzionali che però, in base alla nostra Costituzione, non avrebbe dovuto esistere. E quando  venne fuori la notizia della sua esistenza, alcune personalità politiche cominciarono a manifestare, per così dire, un certo nervosismo. Tra costoro basti ricordare Cossiga, allora presidente della Repubblica, che, dopo che fu evidente il suo coinvolgimento, cominciò a lanciare messaggi sibilini in qualsiasi direzione.


Perché parlare di Gladio? Perchè in un'inchiesta pubblicata dal sito Fanpage, un ex appartenente all'organizzazione stay-behind ha fatto alcune rivelazioni riguardanti l'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, i due giornalisti che lavoravano per il TG3, assassinati il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, in Somalia.

Incontrata a Prato, la fonte anonima associa la responsabilità della morte dei due giornalisti a Gladio che controllava il Nord Africa tramite una ex base militare in Sicilia. Traffico di armi fatte passare per medicinali, smaltimento di rifiuti pericolosi, trasferimento di capitali erano le operazioni che venivano effettuate tra Italia e Somalia con l'ausilio di Gladio.


Ilaria Alpi e Miran Hrovatin avrebbero saputo di questi traffici tramite una fonte riservata indicata dal testimone in un maresciallo del SISMI, Vincenzo Li Causi, morto nel novembre 1993 in circostanze mai chiarite. Lo stesso testimone indica poi in Giuseppe Cammisa detto Jupiter, la persona che avrebbe impedito la partenza di Ilaria Alpi da Mogadiscio e consentito poi l'agguato in cui venne uccisa.

Giuseppe Cammisa vive in Ungheria da diversi anni ed ha negato, come era prevedibile, qualsiasi coinvolgimento nei fatti, pur ammettendo di esser stato in Somalia, anche se non ha saputo o voluto indicare il periodo, per una organizzazione no profit.