Coronavirus… cancro, uno strano ragionamento che lentamente si delineava nella mia mente, facendosi spazio nelle riflessioni man mano che l’emergenza sanitaria prendeva evidenza e si faceva sempre più presente nella nostra vita, arrivando a irrompere prepotente e tenebrosa nelle quotidianità, scalzando di getto le nostre sicurezze, le nostre abitudini, le nostre certezze.

I pensieri sono difficili da mettere in fila, sono sparpagliati, ognuno viaggia per conto suo… in un ordinato disordine sostenuto dalla sorpresa e dall’incredulità. Nessuno di noi avrebbe mai pensato di ritrovarsi proiettato al centro di una pandemia mondiale… nessuno di noi.

Personalmente, non lo avrei mai immaginato. Personalmente, non avrei mai immaginato di beccarmi il cancro all'ovaio! Il nome cancro evoca la morte, per questo abbiamo sempre tanta difficoltà a pronunciarla e continuiamo a rifargli il trucco trasformandola in altra meno “dura” ma dietro, nell’ombra, nitida a tutti, resta la parola cancro! E ci ritroviamo chiusi, tutti, dentro le nostre case, unico reale strumento a tutt’oggi valido, per difenderci dal coronavirus che fa star molto male, i più fortunati, e morire, i meno fortunati.

Una minaccia invisibile. Una minaccia ad altissimo contagio. Uomo, uomo. Attraverso quei gesti di tenerezza, una stretta di mano, una carezza, un parlare sotto voce vicino l’uno all’altro che hanno sempre scandito il nostro vivere… Acchiappa random, non guarda in faccia nessuno, a chi capita, capita. Non c’è prevenzione. Per molti si manifesta in forma leggera, altri non se ne accorgono neanche ma la maggior parte sta davvero male e si trova ad affrontarlo, faccia a faccia, senza esclusione di colpi.

Il cancro non è contagioso, ti becca random anche lui. C’è la prevenzione, ma intendiamoci la prevenzione non significa che non ti viene, significa che hai la possibilità di accorgertene in tempo e intervenire tempestivamente, fondamentale se ti vuoi salvare la vita; ma se te lo becchi devi affrontare il mostro con tutte le tue forze, devi camminare sulla tua strada in salita e non fermarti mai, stare sempre sul pezzo, non mollare di un centimetro se non gliela vuoi dare vinta.

La sottile solitudine che accompagna chi si ammala di cancro sta nella inconsapevole consapevolezza di non essere compresi fino in fondo circa il deserto che dobbiamo attraversare, di non essere compresi nella rabbia che potremmo provare se restassimo impantanati… se le cose, ad un certo punto, non andassero “bene”.

Non è cattiveria da parte degli altri, non è disinteresse o superficialità; non è neanche la presunzione del malato. Semplicemente, il cancro, lo capisce solo davvero chi lo ha. Quell’ombra di solitudine, alla quale mi sono abituata e con la quale ho imparato a convivere amabilmente ora, ho la sensazione, la hanno tutti gli italiani.

Quell’incertezza “molla”, quel sentirsi un po' sospesi, un po' fuori dal coro sta pervadendo l’animo di tutti. Abbiamo paura dell’umano, chiunque esso sia: sconosciuto, famiglia, amici, che possiamo incontrare e che può, involontariamente, essere un veicolo… essere un pericolo! Come lo posso essere io un veicolo… un pericolo! Il sorriso, non si arrende, esce involontario, quasi prepotente, con la voglia di scavalcare la mascherina a voler dire, per consolare e rassicurare… non siamo nemici, dobbiamo solo stare attenti e tutto tornerà normale.

Come quel sorriso che incrocia i nostri occhi senza ciglia e sopracciglia, incastonati in un foulards che, a volte, sembra rimandare ai bei tempi andati ma forse vuol solo essere una carezza. Ad oggi più di 23 mila persone non ci sono più… un numero impressionante, difficile da pronunciare, che mette sgomento!

Si, è vero, se andiamo a sbirciare i dati Istat (anno di riferimento 2017) scopriamo che muore tantissima gente in un anno, in Italia, per tantissime malattie diverse. In un anno! No, nel fiat di 60 giorni (21 febbraio – 20 aprile 2020). Se ti becca il corona virus, in poco più o poco meno di tre settimane scopri che ne sarà di te… un attimo e via.

Non abbiamo la medicina per curarlo con reale efficacia, si procede per tentativi, siamo in mano ai migliori ma si procede per tentativi. Non c’è una strada sicura, difficile ma sicura, impervia ma sicura, piena di ostacoli ma sicura. Siamo in attesa… di una medicina efficace, di un vaccino… siamo in attesa, tutti. Con buona pace dei no vax! Perché dopo che si saranno vaccinati anche loro, continueranno la loro campagna di disinformazione… dopo, però!!

Al di là delle situazioni estreme che sprigionano la loro forza in un non tempo, il cancro la sua strada ce l’ha, difficile, impervia, piena di ostacoli ma sicura. Attraverso quella strada si può scendere in guerra e provare a vincere le battaglie alle quali ci troviamo di fronte. Il nostro orizzonte lo vediamo ridotto, è vero, ma lo vediamo e la paura, la rabbia di perdere che a volte accompagna le nostre giornate rallenta i nostri sogni ma non li interrompe. Il tempo, il tempo che scandisce le nostre giornate, il nostro vissuto, il nostro presente, il nostro futuro, il tempo… che è il nostro riferimento, lo vuole scandire il coronavirus.

Si sta comportando molto peggio del cancro, sta seminando morte e affanno e paura… senza tregua, senza sosta! E noi, senza tregua, senza sosta resistiamo resilienti, vogliamo esserci e usiamo la paura per combattere.

Quell’incertezza “molla”, quel sentirsi un po' sospesi… che ora accumuna tutti, mi convinco essere il sentiero della rinascita, il deserto che stiamo attraversando incerti ma sicuri e che ci renderà migliori.