Ieri, su facebook, è andata in onda Casa Renzi, una sitcom sponsorizzata da Apple e dalla presidenza del Consiglio per consentire al capo del Governo, Matteo Renzi, di risalire in credibilità ed immagine  nel giudizio degli italiani, soprattutto i suoi amati giovani, dopo le ultime vicende Guidi e Direzione  Nazionale che lo hanno visto alquanto in affanno.

Alcuni momenti dell'interpretazione sono stati di particolare rilievo. Ad esempio, quando ha voluto rivendicare come dovuta la sua critica ai magistrati di Potenza che secondo lui non concludono mai le indagini iniziate (salvo venire smentito dal suo collega di partito Emiliano), ha cominciato ad agitarsi sulla  poltrona presidenziale, rimbalzando a destra e a sinistra (più a destra), quasi urlando che oltre alle inchieste ci devono pure essere le sentenze, aggrappandosi alle fondamenta della sua cultura giuridica di cui rivendicava la sacrosanta bontà.

Era piuttosto agitato Matteo Renzi quando faceva queste affermazioni, addirittura sembrava persino più gonfio di quanto in realtà già non sia... ed anche il colore del viso aveva assunto delle tonatità violacee.

Ma tanta passione, ad esser sinceri, stride con la realtà. Infatti, se Matteo Renzi ha così a cuore l'esito di un'inchiesta che richieda l'esigenza di un processo, perché in questi due anni che governa non ha riformato il modo insulso e paradossale in cui lo Stato italiano applica i termini di  prescrizione? Se venissero applicati alla stessa maniera in cui vengono applicati in tutti i paesi civili e democratici il problema non si porrebbe. Perché questa riforma non è stata fatta?

Un altro passaggio della sitcom ha fatto  piuttosto scalpore. Renzi ha detto che lo facevano schiantare dalle risate quelli che dicevano che il suo Governo è influenzato dalle lobby. Anche in questo caso, meglio per lui sarebbe stato tacere. Questa mattina, Il Fatto Quotidiano ha elencato una serie di circostanze che fanno ritenere l'esatto contrario.

Finora Matteo Renzi ha proposto di sé un'immagine che voleva essere innovativa, di rottura con il passato. Tirando le somme di quel che si è visto finora, di innovativo si è visto ben poco, mentre la rottura, più che con il passato, c'è stata con il presente. La continua contrapposizione che Renzi ha messo in campo qualunque fosse il problema o l'argomento, ha finito per logorare l'immagine di giovane garibaldino che portava novità ed idee. Promesse irrealizzabili e risultati completamente opposti hanno ristretto il cerchio della sua credibilità soprattutto a quello dei parlamentari che sperano di rinnovare la poltrona con un secondo mandato.

Dopo che aveva anticipato la sua visita a Napoli facendo dichiarazioni avventate su Bagnoli e De Magistris, anche in funzione elettorale, oggi proteste e tafferugli stanno anticipando la visita di Renzi nel capoluogo partenopeo.

Forse per Renzi è arrivato il momento di capire che quello finora adottato non è il modo corretto di comportarsi per il capo di un Governo, soprattutto se, come ha ricordato Cuperlo, desideri essere più statista che capo.