Il governicchio di "Giuseppi" Conte e del sodale Giggino di Maio continua a tacere sulla sorte degli otto pescatori Italiani della flotta di Mazaro Del Vallo, sequestrati e detenuti dal 1 settembre scorso dalla Libia di Haftar, il quale pretenderebbe, per la loro liberazione, uno scambio con quattro detenuti libici condannati a trent'anni per scafismo e strage, che a ferragosto del 2015 causarono la morte di 49 migranti.

Inutili, ad oggi, le proteste dei famigliari dei pescatori siciliani, giunti ad incatenarsi davanti Montecitorio, senza nessun rappresentante del Governo che abbia avuto quantomeno la dignità di ascoltarli.

La Libia rivendica da decenni come acque territoriali il limite delle 72 miglia, ben oltre le 12 previste da tutti i trattati internazionali. Lo stesso folle atteggiamento viene mantenuto dalla Tunisia, con rivendicazioni su di un tratto di mare adibito a pesca internazionale denominato "Mammellone", e dall'Egitto. Rivendicazioni cadute nell'indifferenza di tutti i governi della nostra tremante Repubblica, fin dai lontani anni '70.

Una guerra non dichiarata ma sempre viva. Innumerevoli gli scontri a fuoco nel Canale di Sicilia tra unità della Marina Militare Italiana ed unità nordafricane; gli abbordaggi ed i soprusi non hanno scosso i pavidi governi che hanno preferito non vedere, addirittura a volte riducendo al silenzio i comandanti militari... gli stessi comandanti ed equipaggi che hanno valorosamente difeso l'Onore dell'Italia rispondendo al fuoco delle mitragliatrici pesanti e dei cannoni, riuscendo spesso ad evitare il sequestro dei pescherecci, del pescato e l'arresto degli equipaggi.

La Marina Militare continua ad effettuare con costanza e dedizione un servizio VI.PE (vigilanza pesca), ma purtroppo solo poche unità svolgono questo compito mentre il governo preferisce accentrare i servizi sul recupero dei clandestini, gli stessi che provengono dai paesi che sequestrano gli Italiani… noi li aiutiamo e paghiamo e loro ci arrestano; VERGOGNOSO!

Purtroppo il crepitio delle armi non ha svegliato minimamente dal torpore i nostri ministri, così la "guerra del pesce" ha come unica vittima la marineria di Mazara del Vallo, ignobilmente lasciata sola; i famigliari dei pescatori continuano a non essere sentiti, il loro grido di dolore non giunge alle orecchie di chi viene lautamente pagato per ascoltarli.

Un governo che si rispetti dovrebbe ricorrere subito al Tribunale Internazionale del Diritto del Mare, al fine di modificare l'improvvido trattato di Montego Bay, unilateralmente adottato dalla Libia, che dà la possibilità alle nazioni di estendere la competenza fino a 200 miglia... anche se questo solo dopo accordi internazionali che ad oggi non sono mai avvenuti!

Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, nel manifestare vicinanza alle famiglie così duramente colpite, porrà in essere tutte le azioni utili a favorire l'immediata liberazione dei nostri connazionali ed il dissequestro delle imbarcazioni.


Attilio Carelli
Segretario Nazionale
Movimento Sociale Fiamma Tricolore