L'esercito ucraino riprende il controllo della città di Lyman, nel Donetsk
Erano 5.000 i soldati russi che rischiavano di rimanere intrappolati dalle forze ucraine a Lyman, nell'oblast di Donetsk, secondo quanto aveva dichiarato Serhiy Haidai, governatore del vicino oblast di Luhansk, che aveva aggiunto anche che i vertici militari avevano impedito loro di ritirarsi. Evidentemente non era così, perché successivamente il ministero della Difesa russo ha confermato il ritiro delle proprie truppe da quella città, per evitarne l'accerchiamento. Andriy Yermak, collaboratore di Zelensky, nel pomeriggio ha pubblicato un video di soldati ucraini che sono in posa davanti ad un'insegna con su scritto Lyman, mettendo in mostra una bandiera ucraina.
Dalla Crimea, intanto, fanno sapere di aver registrato una "situazione di emergenza" nella base aerea militare di Belbek, nelle vicinanze di Sebastopoli occupata.
Secondo Politico, che riporta una indiscrezione di due funzionari dell'amministrazione Biden, il presidente Usa sarebbe stato preso in contropiede dall'annuncio con cui Zelensky ha reso noto di aver inviato alla Nato la richiesta formale di adesione all'alleanza atlantica, con procedura accelerata. La presidente della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, sempre a Politico non ha detto di approvare la richiesta, ma ha affermato di sostenere una "garanzia di sicurezza" per Kiev.
In una intervista a Repubblica Podolyak, stretto collaboratore del presidente ucraino, ha dichiarato che i referendum non hanno valore legale secondo il diritto internazionale e l'Ucraina è pronta a tutto per riprendere i territori occupati, aggiungendo anche che "le possibilità di un conflitto nucleare non sono alte, ma esistono. E se il mondo, intendo la parte civile del mondo, consente il completo collasso della sicurezza nucleare internazionale, avremo conseguenze catastrofiche non solo per l'Ucraina". Secondo quanto da lui dichiarato, la risposta globale a un possibile attacco nucleare dovrà essere presa nel quadro dell'UE e della NATO.
Ha raggiunto 25 il numero dei morti, di cui 13 bambini, di un convoglio civile colpito lo scorso 25 settembre da missili russi nell'oblast di Kharkiv, nei pressi di Kupiansk.
Questo, secondo Kiev, l'ultimo dato delle perdite subite dalla Russia in Ucraina a partire dallo scorso 24 febbraio: 59.610 soldati, 2.354 carri armati, 4.949 veicoli corazzati da combattimento, 3.786 veicoli e serbatoi di carburante, 1.397 sistemi di artiglieria, 336 sistemi di lancio multiplo di razzi, 176 sistemi di difesa aerea, 264 aeroplani, 226 elicotteri, 1.009 droni e 15 imbarcazioni.