Intervista a cura di: Luca Rinati
A soli circa 4 mesi dal suo debutto sul mercato musicale, Georgette Artwood torna con un nuovo singolo che, ormai, uscirà tra pochissimi giorni.
“Filthy Cats and Good Beers" era stata pubblicata in pieno "lockdown" e nonostante le difficoltà del periodo ha comunque ottenuto buoni riscontri facendo conoscere al pubblico le doti canore e compositive di questa validissima Artista dalla voce inconfondibile e dalle qualità indiscutibili.
Adesso, senza poche difficoltà legate al periodo che stiamo tutt'ora vivendo, "Georgette" sta per pubblicare il nuovo singolo “Only a Thought"; un brano dalle sonorità fresche affiancato da un testo malinconico e riflessivo, che abbiamo avuto modo di ascoltare in anteprima e che, dobbiamo dire, ci ha colpito veramente molto...
Abbiamo fatto 2 chiacchiere con Lei per farci presentare il brano e raccontarci qualcosa sui suoi progetti futuri.
Ciao Georgette... quindi ci siamo quasi... prima di parlare del tuo ultimo singolo però raccontaci qualcosa di te per chi ancora non ha avuto modo di conoscerti:Ciao, intanto grazie per questa intervista. Da dove comincio? Sono nata a Milano nel 1985 e secondo mia madre, prima ancora di iniziare a camminare ho iniziato a cantare.Fin da bambina ho sempre avuto una fortissima propensione per la musica, in particolare quella inglese ed americana, ma non ho mai pensato fossi davvero degna di calcare un palcoscenico...finché non mi sono fatta coraggio, ho ascoltato i saggi consigli di amici professionisti e mi sono lanciata.Da allora se sto troppo lontana da un palco sto male ed è grazie a questo se è uscito il mio primo singolo "Filthy Cats and Good Beers".Fra pochi giorni arriverà "Only a thought", sono felicissima.
Ritieni sia cambiato qualcosa, in te o nelle persone che ti circondano, da quando hai iniziato questa avventura come "songwriter" ed artista?Sicuramente. Per quanto riguarda me, ho finalmente trovato la mia ragione di vita e mi sono spogliata di un sacco di complessi, come quello della voce (ho sempre avuto il “vocione” e le prese in giro si sono sprecate in passato, ma ora che sono adulta e la mia voce ha preso forma, ne vado fiera).Negli altri...beh, i primi che mi vengono in mente sono i miei genitori: se prima erano assolutamente contrari alla carriera artistica in quanto “cantare non è un mestiere”, adesso sono fra i miei fan più accaniti e mi sostengono tantissimo.In generale ho tantissimo sostegno ora che ho intrapreso questo percorso, forse perché vedono la mia felicità e (spero) del potenziale.
Tra pochi giorni sarà disponibile il tuo nuovo brano... parlacene un pò... è in qualche modo legato al precedente?Sì, si chiama "Only a Thought" e non ha nulla a che fare con il precedente. Questo è molto più profondo ed introspettivo, tratta della difficoltà di fare i conti con il passato in un misto fra nostalgia, voglia di rivivere alcuni momenti ed il terrore che questo genere di situazioni possa essere mal interpretato dalle persone e che quindi possa nuocere alla realtà che ti sei costruito con fatica. Poi però realizzi che "... it’s only a thought...", è solo un pensiero e ti tranquillizzi. Capisci che non c’è niente di male ad avere bei ricordi e che riviverli talvolta può fare del bene.
So che forse è una domanda scontata ma "come nasce una tua canzone"? Quali sono le tue ispirazioni e come ritieni che un brano abbia le giuste caratteristiche per la pubblicazione?Faccio tutto completamente d’istinto, in qualunque ora o momento del giorno. A volte nascono prima le parole della musica, a volte il contrario, a volte pure “mezzo e mezzo” e come si dice in gergo, tiro scemi i miei produttori per cercare una quadra. La mia musica nasce dalla pancia, dal cuore e dall’istinto, sono questi gli elementi che mi fanno capire se un brano è pronto o meno. Ti dico solo che "Only a thought "è nato mentre tornavo a casa in tram ed ascoltavo i Def Leppard in cuffia.
Tu scrivi praticamente tutti i tuoi brani in inglese... c'è un motivo particolare? Credi che questo sia un vantaggio od un ostacolo per emergere nell'attuale mercato musicale italiano?Scrivo in inglese perchè mi viene più naturale in questa maniera, non so scrivere canzoni in italiano, non mi riesce: mi sembrano sempre schifezze e faccio fatica a mettere testi italiani in metrica.Non so se sia la lingua un ostacolo, con quello che è successo con questa pandemia, credo che il vero ostacolo sia farsi ascoltare e dimostrare di essere credibili e quando praticamente riesci a malapena ad andare in sala di registrazione per via delle restrizioni vigenti, è un’ardua impresa farsi conoscere. Non credo granchè nelle dirette live streaming, è troppo facile distrarsi e non ci si gode appieno l’esibizione secondo me.Ora come ora dobbiamo solo rimboccarci le maniche e andare avanti, solo così si superano gli ostacoli.
Prima di salutarci... ti va di raccontarci qualche anticipazione del tuo futuro?Sto già lavorando al terzo singolo e sto cercando di organizzarmi per esibirmi dal vivo, con la collaborazione della mia etichetta, la "110 bpm Production". Sarò sempre grata per tutto il supporto e la fiducia che nutrono in me, davvero.Non mollo il sogno di calcare i grandi palchi, spero di riuscirci prima o poi.
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