La rilettura del cantautore Francesco Maria Gallo dell’omonimo romanzo di Virginia Woolf, ha prodotto non solo un disco e un film, ma anche un concerto/spettacolo che narra di un viaggio metafisico nel tempo dell’umanità.
Il singolare Viaggio Rock di Orlando andrà in scena in premiere il 20 maggio alle ore 22:00 nel tempio della musica bolognese, il Bravo Caffè nella centrale via Mascarella 1/e.
I compagni di viaggio di Francesco Maria Gallo (voce e organo Hammond) saranno Simona Rae interprete straordinaria che con le sue flautofonie è considerata la versione femminile di Demetrio Stratos; Renato Droghetti alle tastiere che insieme a Gallo è il produttore artistico di Orlando Opera Rock e fondatore di Taglia 42;
I compagni di viaggio di Francesco Maria Gallo (voce e organo Hammond) saranno Simona Rae interprete straordinaria che con le sue flautofonie è considerata la versione femminile di Demetrio Stratos ; Renato Droghetti alle tastiere che insieme a Gallo è il produttore artistico di Orlando Opera Rock e fondatore di Taglia 42 ;
Paolo La Ganga chitarrista di straordinario talento ed esperienza che ha collaborato tra gli altri con Anna Oxa , Marcella Bella , Fiordaliso e Alan Sorrenti ;
Stefano Perez Peretto alla batteria co-fondatore di Taglia 42 e in passato batterista de i Musici di Guccini e Daniele Nieri al basso in tour per due anni con Patty Pravo .
La narrazione è affidata alla straordinaria attrice teatrale Laura Spimpolo che sarà la guida nel viaggio di due millenni dell’umanità.
Il concerto/spettacolo Orlando Opera Rock sarà animato anche da singole scenografie video in 8k che produrranno per il pubblico in sala un effetto immersivo di un viaggio collettivo nel tempo tra musica live, narrazione e visual.
Prodotto dall’etichetta discografica bolognese SanLucaSound con le edizioni musicali Bollettino Edizioni musicali di Riccardo Vitanza e distribuito da Believe Music , Orlando Opera Rock è composto da dodici brani inediti e dalla nuova versione di un brano già pubblicato nel 2010, Ventu.
La tracklist del concerto delinea una parabola spazio-temporale che passa attraverso luoghi ed eventi estremamente significativi nella storia dell’umanità.
Il sipario del concerto si alza con un’Overture in cui passaggi strumentali epici si alternano a parti cantate in cui l’arrangiamento si fa minimo. Nella prima parte spicca Maria Maddalena in cui si narra l’omicidio del rivoluzionario Gesù e la disperazione della sua amata.
Segue Salem, in cui si narra di una donna che rivendica la propria indipendenza e il diritto a coltivare la propria sete di sapere, ma viene ingiustamente accusata di essere una strega. Suggestiva è poi Voyager, in cui Cristoforo Colombo esprime l’emozione indicibile procuratagli dalla visione del Nuovo Mondo che trova il proprio corrispettivo strumentale nell’assolo di chitarra finale; a questa visione idealistica dell’impresa del navigatore faranno seguito, purtroppo, la colonizzazione e lo sterminio delle civiltà native americane.
Proseguendo con l’ascolto, ecco Berlino, in cui l’ascesa al potere del folle dittatore è solo accennata, mentre il punto di vista è quello delle vittime, che alludono al persistere, nella società odierna, di rigurgiti di ideologie che si rifanno a quelle di un tempo: “Per chi guarda senza occhi/che coi simboli si fregia/per gli scempi del passato/che riemergono al presente”.
1970 è invece l’affresco di un annus mirabilis in cui, insieme alla libertà di potersi amare e cantare “sotto la luna”, si celebrano le conquiste realizzate dalla società civile: anche qui gli assoli di chitarra sono il contraltare alla narrazione, a voler descrivere una stagione irripetibile e ormai perduta, fatta di sogni, lotte e cambiamenti.
L’esistenza sconvolta delle popolazioni ucraine è oggetto di due brani, in cui a contrasto c’è la quotidianità ordinaria e inconsapevole delle persone comuni, improvvisamente straziata da accadimenti più grandi di loro, mentre in Saluterò di nuovo il sole i versi (da una libera traduzione di Francesco Maria Gallo) pieni di speranza della poetessa iraniana Forough Farrokzhad si elevano al cielo a chiedere libertà.
In chiusura l’incalzante Ventu, che racconta di una strage di ’ndrangheta, ci rammenta che il destino è indifferente alle miserie umane e che spesso persone innocenti vengono annientate dalla cieca violenza e dalla brutalità delle mafie.
“riascoltando “Orlando Opera Rock”, che nasce fin dal principio come concept multimediale, – dichiara Francesco Maria Gallo, autore e interprete principale dell’opera – è stato per me inevitabile immaginare la realizzazione di uno spettacolo dal vivo, tra musica, narrazione e immagini, che coinvolga ancor più attivamente lo spettatore in un appassionante itinerario nella storia dell’umanità, a rievocare storie di oppressione e sopraffazione nell’auspicio di un domani migliore, senza discriminazioni di genere né ingiustizie, come la parabola di Orlando, viaggiatore transgender nel tempo e nello spazio, vuole simboleggiare“.
Questo è un bel modo di fare musica e spettacolo! Con l’attenzione maniacale alle storie da raccontare e alla musica da eseguire.