"Amici romani, oggi alle 18 vi aspetto in tantissimi all'Atlantico Live, all'Eur! Manca poco, andiamo a governare..." questo scrive Salvini su facebook. L'oggi indicato da Salvini va inteso come quello di giovedì 1 marzo. Pertanto, l'appuntamento della Lega si svolge poco più di un'ora dopo quello che si è svolto, sempre a Roma, al Tempio di Adriano.

Basta solo questo banale dettaglio per capire l'importanza - in senso ironico - di quella che avrebbe dovuto essere l'apoteosi finale della campagna elettorale da parte di una coalizione che si candida a governare l'Italia, ma che invece è sembrata una rimpatriata di quattro conoscenti, neppure tanto amici, che casualmente si ritrovavano al bar dopo diverso tempo.

La manifestazione congiunta del centrodestra al Tempio di Adriano - una saletta da 150 posti - che si è svolta questo pomeriggio, è stata una cosa quanto mai modesta e tristissima... un appuntamento a cui chiunque dei "leader" della coalizione avrebbe volentieri fatto a meno di partecipare ma che è stato costretto a farlo... sebbene di malavoglia.

Il quadretto di famiglia vedeva la piccola Orban, l'anti antifascista Meloni, smarcarsi, quasi schifata, dalle "carezze" di Berlusconi. Il vecchio leader sorridente e ingessato, causa età e lifting, stava in mezzo per cercare di fare da garante collante della traballantissima coalizione. Di lato, Salvini e Fitto, l'uno di fianco all'altro, facevano finta di non vedersi... non solo per scortesia, ma solo per evitare di prendersi a sberle. Quando si dice l'unione!

A completare il siparietto surrealista c'era pure il candidato alla presidenza della regione Lazio, Parisi, che stavolta tenta l'elezione di riparazione dopo essere stato bocciato al primo appello, quello che gli avrebbe consentito di diventare sindaco di Milano.

Che cosa hanno detto? Ecco le loro dichiarazioni.

Silvio Berlusconi: «Abbiamo fondatissime speranze di poter raggiungere la maggioranza e dare un governo come si deve a questo Paese, che ne ha veramente bisogno.
Dal momento in cui saremo al governo, noi assicureremo la massima lealtà. Siamo in coalizione, è normale ogni tanto discutere altrimenti saremmo un unico partito. In campagna elettorale è giusto che ognuno cerchi più voti dell’altro, ma dopo le elezioni saremo un’unica forza di aggressione alla sinistra. Serve una rivoluzione e noi siamo rivoluzionari.»

Giorgia Meloni: «Ci sono solo due scelte il 4 marzo. O vince il centrodestra o sarà il caos, l'inciucio. Con un altro governo di sudditi, fatto sulla pelle dei cittadini. Sapete quanto ci tenevo a questa occasione unitaria. Del resto, è competenza delle donne riunire le famiglie.
L'ultima volta che ci siamo visiti eravamo a Catania, e abbiamo chiamato quell'occasione il Patto dell'arancino, che ci ha portato bene perché poi ha vinto Musumeci. Visto che oggi siamo a Piazza di Pietra, c'è da augurarsi che questa coalizione la stessa forza, la stessa struttura che ha la pietra.»

Matteo Salvini: «Me ne hanno dette di tutti i colori, in modo imbarazzante, ma le spalle sono larghe. Ma noi siamo una comunità con salde radici. Qualcuno dice più Europa, io dico più Italia. Noi governeremo con un’Europa che fa poche cose ma ben definite.
Non vedo l’ora di cominciare questa nuova attività di governo facendo le cose che Renzi ha promesso per anni senza riuscirci. Lo vedo in tv la sera e mi fa pena, non lo ascoltano più neanche in casa.
Arriviamo al 4 marzo, chi farà cosa lo vediamo il 5 marzo, l’unica certezza è che ci sarà un governo di centrodestra. Sono strafelice che la Lega che ho preso in mano al 3% ora è forza di governo. Il primo atto sarà abolire la legge Fornero, è un caso umano, non politico (inutile aggiungere che Berlusconi non è d'accordo).»

Raffaele Fitto: «Noi abbiamo sottoscritto un programma che è una garanzia di impegno, un onere da mantenere nel corso della legislatura. Il centrodestra è l’unica coalizione che può aggiudicarsi questa competizione.»