La vaticanista de "Il Messaggero" (Franca Giansoldati) ha pubblicato un interessante articolo sul "Vaticano, l'ipotesi di riformare il conclave e chi intravede forti rischi di manipolazione sui candidati".
Ecco di seguito la notizia:
La voce di possibili modifiche sostanziali alle regole per l'elezione del nuovo Papa è tornata a farsi impellente ma stavolta non è avanzata da siti e blog (bene informati) di orientamento conservatore. In questo caso l'ipotesi è accarezzata dall'allievo prediletto di Alberigo, Alberto Melloni, storico del cristianesimo e autore di numerosi libri sui papi, il quale si concentra soprattutto sui rischi notevolissimi che corre il collegio elettorale in tempi di AI e algoritmi come base per determinare i comportamenti, fermo restando la crescente attenzione dei poteri neo-imperialisti ad orientare, manipolare, influenzare la Chiesa cattolica del futuro che, annota Melloni, «costituisce un’antagonista naturale e un oggettivo intralcio» ai disegni di potere di tanti sovranismi, in una geopolitica sempre più attraversata da conflitti diffusi e dal rapido tramonto del multilateralismo.«La Chiesa di Roma rappresenta una realtà per sua natura disarmata ma globale, con una presa che, ancorché ridotta dai processi di secolarizzazione e non ancora adattata alla società post-secolare, rimane in termini quantitativi e qualitativi incomparabile rispetto ad altri universi, come quello sunnita, nel quale si sono insediate pulsioni terroristiche che richiedono tempi di eradicazione assai lunghi ed elaborazioni teologiche di coesione oggi ancora embrionali», annota Melloni nella rivista de Il Mulino.Sullo sfondo dei continui problemi di salute del Papa, si torna a parlare di un cambiamento delle regole conclavarie per evitare qualsiasi tipo di influenza esterna o di campagna mirata a denigrare. Al giorno d'oggi, infatti, è possibile influire sull'elezione di un candidato o di un altro con operazioni di informazione basate su notizie relative allo scandalo degli abusi sessuali. In questo modo si potrebbero affossare anche candidati eccellenti. Secondo lo storico dovrebbero, dunque, essere prese delle precauzioni per garantire l'elezione di cardinali non ricattabili. Peccato che l'attuale sistema elettorale contenuto nella costituzione Universi Dominici Gregis porta a coagulare maggioranze attorno al porporato che emerge come favorito nei primi due turni di votazione. Le elezioni papali del 2005 e del 2013 sono la prova: sono durate a malapena un giorno e mezzo. Un tempo tanto risicato però, con questi rischi di base, introduce un alto margine di rischio. Melloni ha quindi suggerito di modificare le regole elettorali introducendo sempre un'intera giornata di riflessione e discussione tra i candidati dopo gli scrutini, al fine di togliere la pressione dei media dal conclave e «decomprimendo la tendenza mediatica a descrivere il conclave con le tinte di una primaria americana, fatto di trucchi, denari e costrutti ideologici.Una dilazione dei tempi, infine, consentirebbe di spezzare in due l’acceptasne: quando infatti termina uno scrutinio in cui un cardinale ha superato i due terzi dei voti, gli si chiede pubblicamente se accetta l’elezione svoltasi canonicamente (“acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?”, appunto) e poi il nome; in un conclave lento l’eletto potrebbe avere un tempo più lungo, anche una notte, per decidere e se mai consultarsi. Inoltre, alla persona alla fine eletta con una maggioranza di due terzi dovrebbe essere data un'intera giornata per riflettere e deliberare al fine di raggiungere una decisione ben ponderata sull'opportunità di accettare le elezioni», si legge.Nei mesi scorsi era uscita la notizia che il Papa aveva messo mano alla costituzione Universi Dominici Gregis per cambiare le Congregazioni generali, le riunioni che precedono il Conclave, e che potrebbero essere condotte non con tanti interventi come si è fatto nel passato, ma con lo stile dei piccoli gruppi di lavoro, come è avvenuto nell'ultimo Sinodo, in modo da contenere le voci di dissenso. Inoltre, si diceva che dalle Congregazioni generali sarebbero stati esclusi i cardinali ultraottantenni e introdotte altre figure di riferimento per la Chiesa (per esempio suore o laici di grande fama). L'ipotesi è però stata smentita dal massimo giurista vaticano, il cardinale Ghirlanda che ha tagliato corto dicendo di non avere mai sentito una cosa del genere. Anche Papa Francesco, a sua volta, aveva smentito le notizie su possibili novità in arrivo. «Il Papa viene scelto dai vescovi perché è vescovo di una diocesi, è vescovo di Roma» aveva spiegato nel libro-intervista con i giornalisti Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin: «L’importante quindi è che gli elettori siano vescovi, non cardinali. Di fatto, potrei emettere un decreto che modifica i requisiti per entrare nel conclave e permettere di partecipare a un vescovo che non è cardinale. Dal punto di vista dogmatico non ci sarebbero problemi. Ma, chiaramente, se una donna non può accedere al sacerdozio, meno che meno potrà accedere all’episcopato». (fonte: Il Messaggero)