Mercoledì, l'Università degli Studi di Messina ha conferito al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Dottorato honoris causa in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024/2025 dell’Ateneo, che si è svolta al Teatro Vittorio Emanuele. La cerimonia si è conclusa con la Lectio doctoralis del Presidente della Repubblica.
Nel suo discorso, Mattarella riflette su vari aspetti dell'amministrazione dell'Unione Europea partendo dai suoi inizi storici fino alle dinamiche contemporanee, con un focus particolare sugli eventi del 1955 a Messina.
Le origini dell'Unione Europea iniziano con il Trattato della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA) nel 1952, basato sul piano Schuman del 1950. Questo trattato era motivato dalla necessità di evitare futuri conflitti tra Francia e Germania, controllando risorse fondamentali per gli armamenti.
Dopo il fallimento della Comunità Europea di Difesa, l'incontro di Messina nel 1955 ha portato alla firma dei Trattati di Roma nel 1957, che istituirono la Comunità Economica Europea e l'Euratom, con l'obiettivo di un mercato comune e di una pace duratura.
L'UE non ha una propria amministrazione ma opera attraverso un "sistema di governo multilivello", dove le norme sono implementate dagli Stati membri, con un crescente livello di cooperazione e interrelazione tra amministrazione europea e nazionale.
Inizialmente, l'amministrazione era prevalentemente indiretta, con gli Stati membri che applicavano le leggi UE. Col tempo, si sono sviluppati meccanismi di vigilanza e cooperazione, e l'amministrazione diretta è aumentata in ambiti come la concorrenza e la regolamentazione bancaria.
La creazione di comitati e la definizione di procedure miste hanno facilitato l'integrazione. Gli Stati membri sono passati da semplici destinatari a partecipanti attivi nell'applicazione delle normative UE, come nel caso della concorrenza.
La collaborazione tra istituzioni europee e nazionali è diventata intensa, con esperti nazionali distaccati presso le istituzioni UE e cooperazioni specifiche in settori come gli aiuti di Stato, la fiscalità e la regolamentazione bancaria.
Un esempio di integrazione è il programma Next Generation EU per affrontare gli effetti della pandemia di COVID-19, con piani nazionali sotto vigilanza UE.
Il diritto UE ha standardizzato e influenzato le legislazioni nazionali, soprattutto in tema di buona amministrazione, partecipazione pubblica e diritti dei cittadini, come stabilito dalla Carta dei diritti fondamentali. Con il Trattato di Lisbona, si è riconosciuta l'importanza di un'amministrazione europea indipendente, efficace e aperta, che influenza anche le amministrazioni nazionali.
L'UE affronta sfide globali come il cambiamento climatico e la transizione digitale, dove la cooperazione amministrativa è cruciale. Tuttavia, manca ancora una coscienza politica integrata che rifletta l'unità dell'Unione europea, perché solo attraverso l'unità gli Stati europei possono garantire pace e benessere ai loro cittadini.
"La limitata coscienza politica, che l’Unione ha di sé stessa, condiziona il suo operare concreto e la rende troppo spesso non adeguatamente risoluta – e quindi tempestiva - dinanzi alle grandi sfide che gli Stati e i popoli europei si trovano ad affrontare. Eppure, quanto sta avvenendo a livello internazionale, dove prevalgono dinamiche fortemente conflittuali e perfino distruttive, fa emergere, per contrasto, la decisiva importanza della comunanza di valori e di principi che rendono gli Stati europei naturalmente vicini e necessariamente solidali nell’affermare i valori di democrazia, dignità umana, libertà, equità sociale, pace. Soltanto uniti potranno continuare ad assicurare ai loro cittadini, come avviene da oltre settant’anni, un futuro di pace e di diffuso benessere".