Cronaca

Riscoprire Carlo Tresca a ottant’anni dalla morte

Il 16 Agosto 2023, alle ore 18, presso la biblioteca comunale di Calascio, borgo dell’entroterra abruzzese famoso per la sua Rocca, sarà presentato un volume su Carlo Tresca, dal titolo: ”Vita e morte di un martire abruzzese in terra americana”.

Interverranno Fabrizio Evangelista e Jacopo Meccariello.

“Sono nato nel benessere. Mio padre era un proprietario terriero e un commerciante onesto e generoso”. Cosi scrisse Carlo Tresca nella sua Autobiografia (Anicia, 2003) di giornalista militante, oratore travolgente, anarchico, sindacalista di Sulmona, assassinato dalla mafia italoamericana a New York l’11 Gennaio 1943.

Tresca (1879-1943) è una figura straordinaria, poco nota e poco studiata in Italia, la cui esistenza interseca gli eventi più significativi del Ventesimo secolo. Dopo aver combattuto  le sue prime battaglie a Sulmona, rompendo ogni legame con la classe possidente da cui proveniva, aderì giovanissimo alle idee socialiste con la militanza che avrebbe caratterizzato il suo percorso politico. Costretto all’esilio, prima in Svizzera e poi in America, a New York nel 1904 riprese l’attività interrotta in Italia diventando direttore de “Il Proletario”, organo della Federazione Socialista Italiana e da quel momento fino alla sua tragica fine, Tresca divenne  “un ribelle senza uniforme”, critico inflessibile dei totalitarismi novecenteschi, avversario di ogni forma di oppressione e di sfruttamento attraverso un’inesauribile attività giornalistica.

Con piglio pragmatico e flessibile, Tresca faceva passare il suo messaggio senza però fare a meno della coerenza. Negli anni ’20, ebbe un ruolo di primo piano per la difesa di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti e affiancò il Comitato di Difesa organizzando  raccolte di fondi e impegnandosi in prima persona nel procurare avvocati affermati ai due anarchici italiani mentre con tutte le sue forze era intento ad impedire la diffusione del fascismo tra gli immigrati italiani in terra americana.

La sera in cui fu ucciso, Tresca doveva partecipare ad una riunione di politici antifascisti in esilio per discutere della composizione di un governo del dopo Mussolini. In un articolo del 1925 sul giornale “Il Martello” da lui diretto dal 1917, scrisse il riassunto della sua vita: “Come una quercia le cui foglie non cadono nel furore del vento, io resto fermo da questa parte della barricata, sotto la bandiera rossa, la bandiera immacolata dell’idea anarchica, la bandiera che è mia e che non ho mai abbandonato”.

L’auspicio è che di questo illustre figlio dell’Abruzzo, completamente dimenticato dalla storia ufficiale,  non rimanga solo un piccolo busto nei giardini pubblici di Sulmona unitamente alla testata il Germe di cui Tresca fu lo storico fondatore.

Autore Carlo Marino
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