Esteri

Joe Biden nominato ufficialmente candidato del Partito Democratico alla presidenza degli Stati Uniti

Martedì, alla convention del partito democratico, Joe Biden è stato ufficialmente nominato candidato alla presidenza degli Stati Uniti. 

A sostenere la sua candidatura, sono intervenuti gli ex presidenti Bill Clinton e Jimmy Carter, oltre all'ex segretario di Stato Colin Powell, che ha ricoperto l'incarico durante la presidenza del repubblicano George W. Bush (qualcuno ricorda la guerra in Iraq e la pagliacciata delle armi di distruzione di massa?).

Biden è stato votato per appello nominale - già registrato - dai delegati del partito di tutti gli Stati.

Dopo i tentativi falliti nel 1988 e nel 2008, il 77enne Biden sarà in corsa per la presidenza alle elezioni di novembre, dopo un avvio stentato che aveva fatto ritenere possibile la nomina di Sanders.

Clinton e Powell hanno cercato di convincere gli elettori che solo il partito democratico potrà risolvere i problemi in patria e all'estero... creati da Trump.

«Donald Trump - ha affermato Clinton nel suo messaggio di cinque minuti pre-registrato dalla sua casa di Chappaqua, a New York - dice che stiamo guidando il mondo. Ebbene, siamo l'unica grande economia industriale ad avere il triplo del tasso di disoccupazione. In un momento come questo, lo Studio Ovale dovrebbe essere un centro di comando. Invece, è un centro di tempesta. C'è solo il caos».

Per Powell, invece, Biden rappresenta i valori che ha imparato crescendo nel Bronx e servendo con l'uniforme gli Stati Uniti ed è proprio per riportare quei valori alla Casa Bianca che ha deciso di appoggiarlo, definendo il presidente Trump un bugiardo.

Ma Powell non è il solo repubblicano ad appoggiare Biden.

Lunedì, lo aveva fatto l'ex governatore dell'Ohio John Kasich, durante la prima giornata della Convention.

Ieri sera, lo ha fatto (quasi) Cindy McCain, la vedova del senatore repubblicano John McCain, che ha parlato dell'amicizia tra il suo defunto marito (sconfitto alle elezioni del 2008 da Obama) e Biden, sebbene non abbia espresso per lui un appoggio formale.

Ed in tema di mogli, ieri c'è stato anche il "fervorino" della moglie di Biden, Jill, potenzialmente prossima first lady degli Stati Uniti, che ha parlato da un'aula vuota del liceo in Delaware dove negli anni '90 insegnava inglese:

«I fardelli che portiamo sono pesanti - ha detto - e abbiamo bisogno di qualcuno con spalle forti. So che se affidiamo questa nazione a Joe, lui farà per la tua famiglia quello che ha fatto per la nostra: unirci e renderci integri».

Ma oltre all'ipocrisia della Convention, vale la pane ricordare che esiste anche un elettorato democratico che prosaicamente descrive l'eventuale appoggio alla candidatura di Biden solo come il male minore, consapevole del fatto che non sarà certo lui a proporre negli Stati Uniti riforme indispensabili come quella dell'assistenza sanitaria gratuita e garantita a tutti. 

Come viene fotografato il possibile appoggio a Biden da questa fascia di elettori? Lo ha spiegato benissimo l'ex-senatrice democratica Nina Turner, che aveva appoggiato la candidatura di Bernie Sanders: 

«It’s like saying to somebody: "You have a bowl of shit in front of you, and all you’ve got to do is eat half of it instead of the whole thing". It’s still shit».

"È come dire a qualcuno: "Hai una ciotola di m..da davanti a te, e tutto ciò che devi fare è mangiarne solo la metà". [Ma quello che mangi] è ancora m..da».

Autore Antonio Gui
Categoria Esteri
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