Tragedia nel carcere delle Vallette a Torino: due detenute muoiono in un giorno - Antigone chiama a interventi radicali per la riforma carceraria
In meno di 24 ore, due donne sono morte nel carcere delle Vallette a Torino.
Una delle due donne, Susan John cittadina nigeriana di 43 anni, era detenuta nell'unità di salute mentale del carcere ed è morta di inedia, dopo aver rifiutato cibo, acqua e medicine per 18 giorni. Era alle Vallette dal 21 luglio e doveva scontare una condanna con fine pena nel 2030 inflitta da un tribunale di Catania per reati di tratta e immigrazione clandestina. Lei si proclamava innocente. La garante dei diritti dei detenuti a Torino, Monica Chiara Gallo, dice che il caso non le è mai stato segnalato, perché altrimenti avrebbe attivato le procedure "per tentare qualcosa".
L'altra donna, Azzurra Campari cittadina italiana di 28 anni, si è suicidata impiccandosi nella sua cella con un lenzuolo. Era stata trasferita a fine luglio da Genova, al carcere di Torino.
Sale così a tre il drammatico bilancio delle detenute che si sono tolte la vita nell'ultimo mese e mezzo nel carcere di Torino. Il 29 giugno a suicidarsi era stata Graziana Orlarey, 52 anni, a pochi giorni dalla sua scarcerazione. Era spaventata da cosa avrebbe trovato fuori.
Questo il commento dei sindacati di polizia penitenziaria: "Il carcere di Torino ha assunto le caratteristiche dei gironi danteschi sia per i detenuti sia per il personale", commenta il segretario generale Osapp Leo Beneduci. "È confermato ogni giorno dagli eventi che vi accadono. Peccato che a non rendersi conto della reale gravità delle condizioni delle carceri Italiane siano da un lato proprio coloro che avrebbero dovuto intervenire da tempo in sede di amministrazione penitenziaria centrale e in ambito governativo soprattutto laddove ad una carenza di organico di polizia penitenziaria di almeno 6000 unità sull'intero territorio nazionale e ad una grave mancanza di strumenti e di preparazione professionale (per fronteggiare risse, aggressioni, tossicodipendenze e patologie mentali) fanno da contraltare il crescente sovraffollamento detentivo e la fatiscenza delle infrastrutture".
E poiché la notizia delle due morti ha avuto eco sui media, ecco che il ministro dell Giustizia oggi si reca al carcere della Vallette, per rendersi conto della situazione... che però è la stessa in tutte le carceri italiane!
Per l'associazione Antigone, organizzazione no profit che si occupa dei diritti e delle garanzie nel sistema penale, che fa notare che sono stati 15 i suicidi nelle carceri italiane solo in questa estate,"il carcere è spesso un contenitore di sofferenza, disperazione. La cosa riguarda tutti i soggetti coinvolti, dagli operatori, ai medici, ai magistrati. Ma riguarda anche la politica che dovrebbe rimettere il tema del carcere al centro dell'agenda politica, portando avanti interventi radicali di riforma di cui il sistema penitenziario avrebbe urgente bisogno e che, invece, si continuano a rimandare".
Nelle carceri italiane sono detenute 10mila persone in più dei posti disponibili con un tasso di sovraffollamento del 121%.