Il "gran cuore" di Benedetto XVI oggi defunto
Ora se ad un papa, un benefattore (un po' fuori di testa) regala un'opera d'arte del valore di qualche centinaia di migliaia di euro, dal pontefice ci si aspetterebbe, come minimo, un sentito ringraziamento e la raccomandazione di procedere alla vendita dell'opera e di destinare il ricavato ad alleviare le sofferenze di qualche famiglia poco fortunata (per usare un eufemismo), quanto meno in considerazione del fatto che in Vaticano pare che non si senta la mancanza di opere d'arte!
Un Papa come si deve, si impegnerebbe poi a tranquillizzare il donatore assicurandolo che "lassù" il gesto verrebbe senza meno tenuto nella giusta considerazione.
Non così per l'ineffabile Ratzinger, il quale, quando la sorella dell'ormai defunto Alberto Sordi si presentò a lui con il dono della tavola "Madonna col Bambino tra due angeli, San Girolamo e Sant’Antonio Abate" del maestro senese Francesco di Giorgio Martino (valutata sui 400.000 euro), si guardò bene dal "suggerire" un migliore utilizzo del denaro che se ne sarebbe potuto ricavare, e dopo aver ringraziato, si prese tranquillamente la tavola per custodirla nella sua residenza privata.
Tra l'altro la sorella di Albertone contravvenne anche alle ultime volontà del fratello che aveva destinato l'opera alla città di Roma. Fortunatamente la scomparsa del dimissionario Benedetto XVI è stata oscurata dalla morte di Pelè.