Papa Francesco: i discepoli di Gesù sono chiamati a perdonare e donare
«È davvero possibile amare come ama Dio ed essere misericordiosi come Lui? Se guardiamo la storia della salvezza, vediamo che tutta la rivelazione di Dio è un incessante e instancabile amore per gli uomini: Dio è come un padre o come una madre che ama di insondabile amore e lo riversa con abbondanza su ogni creatura. La morte di Gesù in croce è il culmine della storia d’amore di Dio con l’uomo. Un amore talmente grande che solo Dio lo può realizzare. È evidente che, rapportato a questo amore che non ha misura, il nostro amore sempre sarà in difetto. Ma quando Gesù ci chiede di essere misericordiosi come il Padre, non pensa alla quantità! Egli chiede ai suoi discepoli di diventare segno, canali, testimoni della sua misericordia.»
Queste le parole del Papa, nell'udienza che si è tenuta a piazza San Pietro mercoledì 21 settembre, per la sua catechesi sul brano del Vangelo di Luca (6,36-38) da cui è tratto il motto dell'Anno Santo straordinario: Misericordiosi come il Padre.
La misericordia per coloro che seguono gli insegnamenti di Cristo, nelle parole del pontefice, si fonda su due pilastri: quello del perdonare, «che regge la vita della comunità cristiana, perché in esso si mostra la gratuità dell’amore con cui Dio ci ha amati per primo» e quello del donare, «con la misura dell’amore che diamo, siamo noi stessi a decidere come saremo giudicati, come saremo amati».
La conseguenza di «questo amore permette ai discepoli di Gesù di non perdere l’identità ricevuta da Lui, e di riconoscersi come figli dello stesso Padre. Nell’amore che essi praticano nella vita si riverbera così quella Misericordia che non avrà mai fine».