Ai dirigenti della Juventus insultare gli arbitri costa 5.000 euro, a quelli della Fiorentina fino a 25.000! È normale?
Quelle riportate di seguito nell'estratto sono le decisioni del giudice sportivo Gerardo Mastrandrea, assistito da Stefania Ginesio e dal rappresentante dell'AIA Eugenio Tenneriello, in relazione a quanto accaduto nel dopo partita tra Juventus e Fiorentina, nella 3ª giornata di ritorno della Serie A 2019/2020.
Dal resoconto del giudice sportivo, si capisce che l'arbitraggio del sig. Pasqua non solo non era piaciuto al presidente della Fiorentina Rocco Commisso, ma neppure agli altri dirigenti viola, che non hanno mancato di farlo presente agli arbitri dell'incontro.
Nella conferenza stampa a chiusura del mercato invernale che si è tenuta nel pomeriggio al Franchi, il direttore generale della Fiorentina, Joe Barone, ha dichiarato: «Da parte mia e da parte di Daniele Pradè vorrei ringraziare la famiglia Commisso per farci lavorare e continuare ad investire nella Fiorentina. I risultati, però, sono la cosa più importante nel nostro cammino. Oggi abbiamo ricevuto il comunicato da parte della procura Federale. Faremo ricorso immediatamente, anche per capire il perché delle multe».
La replica dell'altro multato, Giancarlo Antognoni, non è arrivata, perché non era presente. Un commento al riguardo l'ha però espresso la moglie Rita... ma è irripetibile.
E tanto per capire come "funzionino" le regole del calcio in Italia, è opportuno riportare come promemoria le multe del "correttissimo" dirigente juventino Pavel Nedved che anche dopo una vittoria, come in Atalanta-Juventus 0-3, ritenne opportuno insultare l'allora arbitro Orsato, reo di aver fischiato un rigore contro la Juve, ricevendo un'ammenda di soli 5mila euro.
Ma essendo un dirigente juventino, secondo la processione di commentatori ed ex calciatori che si sono indignati per lo sfogo dei dirigenti viola per il pessimo arbitraggio di Pasqua (l'ennesimo di una lunga serie iniziata alla prima giornata di campionato), a Nedved è evidentemente dovuto insultare gli arbitri oltre che fare la morale a chi abbia l'ardire di fare altrettanto...
Ed è evidente che lo pensi pure chi deve amministrare la giustizia sportiva, visto che dopo la recente sconfitta della Juventus in Supercoppa contro la Lazio, per la "piazzata" fatta negli spogliatoi a fine partita contro l'arbitro Calvarese, Nedved è stato multato ancora con i soliti 5mila euro (al pari di Paratici)... e tali episodi vanno considerati solo come esempio!
Infine, un promemoria sul presidente nazionale dell'Associazione Italiana Arbitri, Marcello Nicchi, che ieri sulle polemiche seguite a Juventus - Fiorentina aveva dichiarato: "gli arbitri italiani sono - per dirla come qualcuno - disgustati da questo comportamento" [la frase è testuale, ndr].
Da Wikipedia:
"Smise di arbitrare nel 1997, per scelta tecnica dei suoi superiori, dopo gli errori commessi durante il campionato di Serie A 1996-1997. Fu una stagione tormentata, anche a causa di un'operazione al menisco che lo tenne fermo per qualche tempo. In particolare, nella partita Vicenza-Bologna, espulse lo svedese Kenneth Andersson che aveva semplicemente chiesto di essere sostituito dal proprio allenatore. In Perugia-Napoli convalidò un gol segnato nettamente con una mano dal croato Milan Rapaić.
Il 24 settembre 2016, in occasione dell'assemblea generale dell'AIA, si presenta per la quarta volta come candidato, in qualità di presidente uscente. Il limite di mandati per il Presidente dell'AIA era di due, il cambiamento fu fatto nel secondo mandato di Nicchi cosicché si potesse candidare per un terzo. Anche in questa circostanza ottiene la vittoria, riportando, su un totale di 337 votanti, 242 preferenze finali contro le 95 dell'unico sfidante Antonio Zappi. Inizia così il suo terzo mandato da presidente dell'Associazione Italiana Arbitri per il quadriennio 2016-2020".
Sulle "qualità" di Nicchi, oggi si è espresso l'ex arbitro Robert Anthony Boggi, che lo sfidò alla presidenza dell'AIA nel 2012, durante una diretta a Radio Punto Nuovo (parole riprese e pubblicate dal Corriere dello Sport: «A Nicchi nessuno dice mai niente con tutti i guai che fa. Non dimentichiamo mai che è stato il sorteggiatore delle palline con Bergamo e Pairetto. La colpa non è sua, è stato un grandissimo: ha fatto passare un sistema dittatoriale, senza che nessuno gli dicesse niente, è un fenomeno! Tutti quelli che si mettono contro di lui devono andarsene. Io persi le elezioni... la gente aveva paura anche di mettere le firme e appoggiarmi. Qualora ci sarà un altro candidato, sarà perché si vuole cambiare sistema, altrimenti nessuno si candiderà più [alla presidenza dell'AIA, ndr]».
Riflessione finale: come è possibile pensare alla trasparenza e alla correttezza nel mondo del calcio se chi lo governa non solo lo fa male e in modo evidente, ma ne cambia pure le regole per continuare a farlo! Ed oltretutto ci sono anche dei presunti esperti che si interrogano sul perché il calcio italiano non sia al pari di quello inglese.