Nella serata di venerdì, alcuni media internazionali riportano che una fonte vicina ai colloqui in Qatar per rinnovare il cessate il fuoco in cambio del rilascio di prigionieri tra Hamas e Israele ha dichiarato che le trattative - che oltre a Doha avevano coinvolto Stati Uniti ed Egitto, oltre ai due contendenti - sono fallite e che, al momento, un'altra tregua non sembra probabile.

Nonostante ciò, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, John Kirby ha detto ai giornalisti che l'amministrazione Biden sta lavorando per una nuova pausa umanitaria a Gaza. Quindi, difficile dire dove stia la verità, anche se non è assurdo ipotizzare che a Washington si cerchi di continuare a supportare Israele, iniziando però una ritirata strategica, visto che buona parte dell'elettorato dem non riesce a convincersi delle giustificazioni finora propagandate a supporto del genocidio in atto ad opera dello Stato ebraico.

Un genocidio che non è effettuato solo con i bombardamenti. Venerdì, la Mezzaluna Rossa Palestinese ha fatto sapere che le forze israeliane hanno informato tutte le organizzazioni interessate che operano al valico di Rafah  che l'ingresso ai camion con gli aiuti umanitari è vietato, a partire da oggi e fino a nuovo avviso.

"Questa decisione aggrava la sofferenza dei cittadini e aumenta le sfide che devono affrontare le organizzazioni umanitarie e di soccorso nell'alleviare le difficoltà dei cittadini e degli sfollati a causa dell'aggressione in corso", ha affermato la Mezzaluna Rossa via social.

Una notizia che conferma e rafforza ulteriormente l'ipocrisia del cosiddetto occidente democratico, come dimostrano le dichiarazioni fuori luogo diffuse oggi da Palazzo Chigi in relazione agli incontri istituzionali della premier Meloni alla Cop28 sulla crisi in atto in Medio Oriente:

"Il Presidente  del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi un breve incontro con il Presidente dello Stato d'Israele, Isaac Herzog, a margine della COP 28. Meloni ha espresso la piena solidarietà del governo italiano a seguito del nuovo grave attentato rivendicato da Hamas che ha portato ieri all'uccisione di tre cittadini israeliani  a Gerusalemme e alla fine della pausa umanitaria a Gaza. L'Italia è al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento e continua a lavorare per una pace duratura. Meloni e Herzog hanno concordato di continuare a tenersi in stretto contatto sulla crisi in corso. Continua l'impegno umanitario italiano per Gaza, in coordinamento anche con Israele, tramite l'invio di medici pediatri negli Emirati Arabi Uniti e l'arrivo della nave Vulcano ad Al Arish".

Ma a chi li consegna Meloni quegli aiuti se il valico di Rafah è chiuso? E l'impegno umanitario sarebbe anche quello di dare solidarietà a Herzog per l'attentato che ha causato la morte di tre israeliani quando Israele ha assassinato quasi 20mila civili palestinesi? E l'Italia sarebbe a fianco del popolo israeliano in questo momento "difficile", perché di fatto, e volutamente, sta sterminando migliaia di uomini, donne e bambini? Ma scherziamo? E dovremmo stare al fianco di criminali simili?

Per quanto riguarda l'aspetto militare del conflitto, Hamas ha effettuato un lancio di razzi dalla Striscia, prima verso il sud di Israele e, successivamente, verso il centro, appena a sud di Tel Aviv. Gli israeliani hanno detto che il sistema di difesa missilistico Iron Dome ne ha intercettati la quasi totalità.

Sul fronte palestinese, il ministero della Sanità, in un comunicato, ha dichiarato che da questa mattina sono stati uccisi 178 palestinesi e 589 sono i feriti.  La maggior parte delle vittime sono donne e bambini.

Medici Senza Frontiere ha rinnovato all'IDF l'appello a revocare gli ordini di evacuazione impartiti ai residenti di Gaza da questa mattina:

"Ai civili è stato ordinato di spostarsi a sud, ma nessun posto a Gaza è sicuro a causa dei bombardamenti indiscriminati e dei continui combattimenti”, ha scritto MSF sul proprio account X. "Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco duraturo adesso".

L'esercito israeliano ha lanciato volantini sulla città di Khan Younis, nel sud, ordinando ai palestinesi di fuggire ancora più a sud, a Rafah... dopo Rafah c'è solo il confine con l'Egitto. Il prossimo ordine sarà quello di trasferirsi in Egitto.