Caso Hasib Omerovic: la Procura mette ai domiciliari un poliziotto e ne indaga altri quattro
Cinque i poliziotti indagati in relazione al caso Hasib Omerovic, caduto dalla finestra della sua casa di Primavalle, a Roma, dopo la visita di quattro persone in borghese e senza mandato qualificatesi come agenti della polizia di Stato. Hasib Omerovic, 36 anni e sordomuto, è rimasto in coma per molte settimane all'Ospedale Gemelli di Roma, dove era stato ricoverato dopo essere precipitato da un'altezza di 8 metri.
A seguito delle indagini avviate solo perché della vicenda si erano interessati l'associazione 21 Luglio e il deputato Riccardo Magi, la Procura di Roma ha notificato un'ordinanza cautelare di arresti domiciliari ad un agente della polizia di Stato del commissariato Primavalle, mentre ad altri quattro sono stati notificati degli avvisi di garanzia, a vario titolo, per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e depistaggio. Inoltre, seppur non indagati, ci sarebbero altri poliziotti del commissariato di Primavalle a conoscenza di quanto era effettivamente accaduto nell'abitazione della famiglia Omerovic.
Per i pubblici ministeri, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, che hanno condotto le indagini, il poliziotto arrestato è accusato di aver causato ad Hasib "un verificabile trauma psichico, in virtù del quale precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto nei suoi confronti", tramite "abuso dei poteri e in violazione della funzione, nel corso dell'attività volta all'identificazione".Secondo quanto si legge nell'ordinanza, l'agente è entrato "all'interno dell'abitazione, e immediatamente e senza alcun apparente motivo" ha colpito Omerovic "con due schiaffi", rivolgendogli la seguente frase: "Non ti azzardare mai più a fare quelle cose, a scattare foto a quella ragazzina". Quindi ha brandito un coltello contro Hasib.Successivamente, il poliziotto avrebbe poi sfondato la porta della stanza da letto di Omerovic, sebbene "si fosse prontamente attivato per consegnare le chiavi".Una volta dentro la stanza ha costretto il 36enne a sedere su una sedia e dopo avere strappato un filo della corrente del ventilatore "lo utilizzava per legare i polsi di Omerovic brandendo" ancora una volta "all'indirizzo dell'uomo il coltello da cucina, minacciandolo, urlando al suo indirizzo la seguente frase 'se lo rifai, te lo ficco nel c… ' e "lo colpiva nuovamente con uno schiaffo e continuava ad urlare nei suoi confronti, dicendogli ripetutamente non lo fare più"."Omerovic cercava una via di fuga" Hasib Omerovic quindi non ha cercato "il suicidio buttandosi dalla finestra della sua stanza da letto per sfuggire dalle sue presunte responsabilità - tanto in riferimento alle asserite molestie che gli venivano imputate sui social network e dalle voci di quartiere - ma a causa delle "gravi condotte poste in essere nei suoi confronti dall'agente all'atto dell'intervento compiuto dagli appartenenti al commissariato"."Le condotte lo hanno evidentemente traumatizzato e terrorizzato a tal punto da indurlo a trovare in qualche modo, versando in uno stato di forte sconvolgimento della libertà morale e di autodeterminazione, una via di fuga (o comunque un riparo) dalla finestra, sebbene posta a circa otto metri di altezza, al fine di sottrarsi alla situazione di assoggettamento dovuta alle plurime e ripetute violenze e minacce che stava patendo e che verosimilmente temeva di dover continuare a patire e di cui non ne comprendeva le ragioni".
Così Riccardo Magi ha commentato l'operato della Procura:
"Hasib Omoerovic fu picchiato, minacciato coi polsi legati e torturato durante la perquisizione senza mandato effettuata da 4 agenti del commissariato di Primavalle lo scorso 25 luglio.È quanto emerge dall’indagine effettuata dalla stessa polizia e che ha portato, in queste ore, ad un agente agli arresti domiciliari per tortura, tre indagati per falso ideologico e uno indagato per depistaggio.La condotta intimidatoria e violenta di quella perquisizione ricorda nelle dinamiche altre vicende avvenute nel nostro Paese, vicende per cui ci sono voluti anni prima di arrivare alla verità. Sono trascorsi più di tre mesi da quando, con la famiglia di Hasib e l'Associazione 21 luglio, abbiamo chiesto con una conferenza stampa alla Camera che fosse fatta luce su quanto accaduto a casa Omerovic, riportando all’opinione pubblica le evidenti incongruenze su quanto accaduto.È anche grazie a quest’attenzione mediatica che oggi l’ordinanza del gip dimostra l’abuso dei poteri di cui Hasib è stato vittima".
Seppur non direttamente collegato alla vicenda, è comunque interessante riportare il commento, di alcuni giorni fa, della parlamentare Ilaria Cucchi sulle dichiarazioni del viceministro delle infrastrutture Galeazzo Bignami, quello mascheratosi da nazifascista a sua insaputa, in occasione dell’assemblea di un nuovo sindacato dei Carabinieri:
"Ieri è stata la giornata mondiale dei diritti umani.E questo signore ha pensato bene di andare a Ferrara in occasione dell’assemblea di un nuovo sindacato dei Carabinieri per sostenere che l’attuale configurazione del reato di Tortura sarebbe una norma del partito dell’anti polizia, attaccando anche i magistrati che lo applicano. Tutto questo dimenticando che proprio a Ferrara se ne stanno celebrando e se ne sono celebrati alcuni. Questo signore, ha in fondo un animo goliardico. Così di lui è stato detto. Egli è, tuttavia il vice-ministro delle infrastrutture del nostro governo.Il reato di tortura punisce ogni violenza o minaccia che ferisca gravemente, in determinate condizioni, l’integrità della persona, da chiunque venga commessa.Il vice-ministro Bignami non conosce la norma che, riguarda tutti i cittadini.Il messaggio di pura propaganda politica, oltre ad essere ‘ignorante’ e consunto, rappresenta per tutti noi, che abbiamo a cuore i diritti umani di ogni singolo cittadino, l’ennesima provocazione.Gli oltre 300 mila appartenenti alle Forze dell’Ordine, non sono certo preoccupati dalla presenza nel nostro codice di questa norma necessaria ed indispensabile per tutti noi. Ben pochi sono coloro che la violano portando una divisa.Ma perchè allora il vice-Ministro non è andato a rassicurare gli Agenti della polizia Penitenziaria, per esempio, sui tagli crudeli inflitti dalla Finanziaria alle loro già precarie condizioni di lavoro?Il fatto che si continui a perseverare con questa propaganda non può passare sotto silenzio e nel disinteresse della politica, ora purtroppo tutta incentrata, da una parte a lanciare messaggi provocatori sempre rigorosamente lontani dai problemi che la gravissima crisi economica sta attanagliando le famiglie del Paese, dall’altra parte a parlare di alleanze, divisioni, allontanandosi dai problemi della gente sempre più povera e con meno diritti.Non sarebbe ora di cambiare marcia e di unirci tutti per difendere i nostri valori fondamentali con la maggiore e migliore energia di cui possiamo essere capaci? Cosa stiamo aspettando?"