Fitch mantiene il precedente giudizio sull'Italia, comprese le previsioni negative sul futuro, ed il Governo festeggia
Fitch, ieri sera, ha confermato il giudizio sul debito pubblico dell'Italia, lasciando invariata la precedente valutazione di "BBB", due gradini sopra la categoria che indica un titolo come "non investment" o "junk" (spazzatura), con una previsione (outlook) ancora negativa, non escludendo pertanto la possibilità di futuri declassamenti.
Che cosa vede di positivo Fitch nell'Italia? Il fatto di un'economia diversificata e ad alto valore aggiunto, supportata da indicatori di sviluppo e di governance ben più elevati di Paesi a noi concorrenti. A questo, va aggiunto il basso livello di indebitamento delle famiglie, un sistema pensionistico sostenibile, un surplus di partite correnti e una durata residuale media dei titoli di stato relativamente favorevole (6,7 anni).
Fantastico? Fino ad un certo punto, perché c'è anche il rovescio della medaglia, rappresentato dalla crescita del PIL che si è arrestata, mentre l'incertezza della politica interna e la domanda estera più debole hanno ridotto gli investimenti, mentre la crescita dei consumi da parte dei privati ha perso il precedente slancio.
Per questo, Fitch prevede per il 2019 una crescita del PIL dello 0,3%, in calo dello 0,8% rispetto al 2018 e rispetto all'1,2% previsto per quest'anno nella valutazione dello scorso agosto. Al quadro, da aggiungere la crescita degli investimenti scesa dello 0,4% rispetto al 3,8% dell'anno scorso. Dato positivo, la diminuzione della crescita dei consumi privati e quella dell'occupazione in parte compensata dall'introduzione del reddito di cittadinanza.
Fitch ha registrato anche un grado relativamente elevato di incertezza sulle previsioni fiscali oltre il 2019, collegato alle dinamiche politiche. In ogni caso non prevede, al momento, la possibilità che almeno nel 2020 possa scattare la clausola di salvaguardia dell'Iva, anche se saranno necessarie misure di compensazione la cui natura non è chiara, ma che potrebbero includere ulteriori imposte sul settore finanziario e entrate derivanti dalla razionalizzazione delle aliquote fiscali.
Fitch prevede un aumento del debito delle amministrazioni pubbliche al 132,3% del PIL nel 2020 dal 131,7% nel 2018, a causa di una minore crescita del PIL nominale ed un indebolimento dello 0,7% nel saldo primario dal 2018-2020, facendo sì che l'Italia continui ad essere uno dei Paesi più indebitati, esposto così a rischi di ribasso e con minori margini di manovra per la politica fiscale anticiclica.
Inoltre, secondo l'agenzia di rating, "le tensioni politiche nella coalizione di Governo e il potenziale per elezioni anticipate aumentano l'incertezza sulla politica fiscale ed economica. Le grandi differenze ideologiche tra il Movimento 5 Stelle e la Lega metteranno probabilmente a dura prova la coalizione", anche in considerazione della possibilità che la Lega possa essere intenzionata ad andare a nuove elezioni per governare poi insieme a Forza Italia e Fratelli d'Italia. Fitch non si aspetta che questo governo possa durare un intero mandato, tanto da ritenere molto realistica la possibilità di elezioni anticipate fin dalla seconda metà di quest'anno.
E l'incertezza causata dalle differenze di natura politica della coalizione di Governo, insieme all'assenza di un programma di politica economica ben definito, contribuiscono all'incertezza degli investitori e riducono anche la probabilità di un'inversione di portata più ampia delle riforme strutturali.
E dopo questa valutazione espressa da Fitch sul nostro Paese, ci sarebbero le condizioni per far festa? Secondo il premier Conte, sembrerebbe proprio così! Questa la nota al riguardo pubblicata da Palazzo Chigi.
"Le valutazioni di Fitch confermano la solidità economica del nostro Paese e, come era prevedibile, risentono del rallentamento economico transitorio che sta investendo tutto il continente europeo.
Andiamo avanti con la strada tracciata nella manovra per assicurare sviluppo ed equità sociale all’Italia, prestando attenzione ai rischi provenienti dal contesto internazionale.
I fondamentali economici del Paese, cioè i conti con l'estero, la solidità finanziaria delle famiglie, la loro capacità di risparmio, la tenuta dell'occupazione, la riconquistata forza del sistema bancario, sono solidi.
Su questa base, nella seconda parte dell'anno le nostre misure di politica economica e il miglioramento del quadro macroeconomico internazionale daranno impulso alla ripresa che alimenterà la crescita ben oltre il 2019.
Siamo certi dell’impatto positivo sulla crescita e sulla produttività che avranno il corposo piano di investimenti pubblici, le riforme strutturali adottate a sostegno degli investimenti privati, le misure fiscali in favore delle imprese e il potenziamento del sistema di reinserimento al lavoro associato al reddito di cittadinanza."
Viene il dubbio, a leggere affermazioni tanto entusiastiche, che Conte, o chi per lui, non abbia letto per intero il comunicato di Fitch o non ne abbia comprese del tutto le implicazioni.