Nella tarda serata di sabato, Ahmed Al Mismari, portavoce dell'Esercito nazionale libico - quello che fa capo alla Cirenaica ed è guidato da Haftar - ha annunciato ufficialmente di aver accettato il cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte, minacciando dure rappresaglie nei confronti di coloro che non lo rispetteranno. 

Come già detto, il cessate il fuoco è stato concordato tra Erdogan (il cui esercito turco è schierato con il governo di Tripoli) e Putin, anche se la Russia è coinvolta nel conflitto non ufficialmente, con dei mercenari che comunque rispondono a Mosca e supportano Haftar. 

Il presidente del Consiglio Conte ha espresso la propria soddisfazione con questo tweet:


Più articolato il commento del ministro degli Esteri Di Maio, comunque sulla stessa lunghezza d'onda: «L'annuncio della tregua del conflitto in Libia da parte del presidente Serraj e del generale Haftar è una buona notizia, perché crea spazio di ulteriore dialogo.La strada da fare è lunga, ma la direzione è quella giusta.Per l'Italia non esiste una risposta militare alla crisi libica e l'unico modo per arrivare alla pace è la soluzione diplomatica. È per questo che abbiamo lavorato incessantemente come Governo, per dare il nostro pieno sostegno alla conferenza di Berlino.Coinvolgere tutti gli attori di questa guerra, metterli tutti intorno a un tavolo, è quanto mai importante per giungere a una stabilità del Paese e della regione.Se l'Europa resterà unita come lo è stata in questi giorni, allora potremo fermare ogni ingerenza esterna e soprattutto l'ingresso di armi in Libia. Se è vero che esiste un embargo sulle armi, dobbiamo fare in modo che sia rispettato: via terra, via aerea e via mare.Dobbiamo continuare a coinvolgere i Paesi vicini della Libia, con cui l'Italia mantiene relazioni solide.Dobbiamo continuare a sostenere il dialogo con Mosca e Ankara, affinché l'obiettivo comune della pace sia condiviso e, finalmente, raggiungibile.In un quadro europeo, dobbiamo tenere a modello le missioni di pace, vere, autentiche, come Unifil in Libano.La Libia non sono solo migranti. Nel Paese operano numerose cellule terroristiche. La Libia per noi è una questione di sicurezza nazionale e di stabilità dell'intero Mediterraneo.La Libia è la dimostrazione che la guerra genera altra guerra. È per questo che L'Italia non sosterrà mai un altro intervento militare. Dobbiamo imparare dagli errori del passato.Alla conferenza di Berlino, l'Italia porterà questa linea, per costruire una Libia sovrana, unita e in pace.C'è ancora tanto lavoro da fare. Ma quello di oggi è sicuramente un passo positivo dopo mesi di stallo. Nel raggiungimento di questo primo risultato, anche l'Italia ha fatto la sua parte».