Anche in questa serie viene fuori l’artista geniale che riesce a manipolare la realtà secondo la sua visione, che attinge quasi sempre alla lezione della metafisica e del surrealismo e che non ricalca mai sentieri già battuti.
Nulla di già visto, non fotografa donnine piacenti in pose scontate e prevedibili con risultati più o meno erotici e sensuali di facile presa, ma piega la materia, la riduce a corpi che geometricamente si miscelano in incastri improbabili di grande effetto creativo.
Uno studio sulle masse e sui volumi dove lo scheletro strutturale dell’immagine fa da supporto ai particolarissimi tagli fotografici che sapientemente De Luca ci fa gustare.
Anche con il taglio allungato delle foto, solitamente utilizzato in immagini di vedute urbane e panorami, il fotografo ci indirizza ad una visione diversa, desueta ma inaspettatamente efficace, portandoci per mano a nuove visioni, a nuove emozioni.
Augusto De Luca è un fotografo d’altri tempi, un fotografo che ci meraviglia sempre; ci meraviglia ancora ma senza l’uso di photoshop e particolari software che modificano e abbelliscono le fotografie.
Un fotografo che con il solo taglio dell’immagine e la sola inquadratura riesce a suscitare in noi nuovi input emotivi: insomma un grande fotografo che ha bisogno solo della sua macchina fotografica e del suo ingegno.