L'incidenza a livello nazionale si mantiene sopra il valore di 130 casi per 100.000 abitanti nei 7 giorni e, in almeno uno dei due flussi di sorveglianza COVID-19 esistenti coordinati dal Ministero della Salute e dall'ISS, 13 regioni evidenziano un trend di casi in aumento.
Si osserva un lieve generale peggioramento dell'epidemia con un aumento nel numero di regioni classificate a rischio alto (3 vs 1) e con la riduzione delle regioni a rischio basso in questa settimana (7 vs 10) in un contesto preoccupante per il riscontro di varianti virali di interesse per la sanità pubblica in molteplici regioni italiane che possono portare ad un rapido incremento dell'incidenza.
In questa fase delicata dell'epidemia questi iniziali segnali di contro-tendenza potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente messe in atto adeguate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale.
Punti chiave:
Si riporta una analisi dei dati relativi al periodo 25 gennaio 2020 - 31 gennaio 2021. Per i tempi che intercorrono tra l'esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l'infezione nella prima metà di gennaio. Lo scenario riportato è riferito alla settimana precedente all'allentamento delle misure intervenuto il 1 febbraio quando 13 regioni/PPAA erano assoggettate alle misure di cui articolo 2 del DL 14 gennaio 2021 e 2 assoggettate alle misure di cui all'articolo 3 dello stesso DL.
Si osserva una lieve diminuzione dell'incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg, (273,01 per 100.000 abitanti (18/01/2021-31/01/2021) vs 289,35 per 100.000 abitanti (11/01/2021-24/01/2021, dati flusso ISS) che si riscontra anche nel valore dell'incidenza a 7 giorni (132,64 per 100.000 abitanti periodo 25/01/2021-31/01/2021) vs 136,5 per 100.000 abitanti (18/01/2021 – 24/01/2021).
L'incidenza è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate. Nella settimana di monitoraggio rimane molto alta l'incidenza nella Provincia Autonoma di Bolzano (686,57 per 100.000 dal 25 al 31 gennaio). Si segnala inoltre che 3 regioni e province autonome presentano una incidenza superiore ai 200 per 100.000 abitanti nei 7 giorni.
Nel periodo 13 gennaio – 26 gennaio 2021, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,84 (range 0,76– 1,02), una stima simile a quella della settimana precedente, però con un range che supera l'uno nel limite superiore. Per dettagli sulle modalità di calcolo ed interpretazione dell'Rt riportato si rimanda all'approfondimento disponibile sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità (https://www.iss.it/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/id/5477037).
Questa settimana si osserva un lieve peggioramento del livello generale del rischio, con un aumento nel numero di Regioni a rischio alto secondo il DM del 30 Aprile 2020. Complessivamente, sono tre le Regioni/PPAA con una classificazione di rischio alto (vs una la settimana precedente), undici con rischio moderato (di cui una ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e sette con rischio basso. Una Regione (Umbria) e una PA (Bolzano) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno, ma 5 regioni riportano il valore medio attorno all'1 (Abruzzo 0,99 – CI: 0,99- 1,05; FVG 1,03 CI: 0,99- 1,08;, Liguria 0,95 CI: 0,89-1,00; Marche 0,95 CI: 0,86-1,05; Toscana 0,98 CI: 0,93-1,03).
Si mantiene stabile il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (7 Regioni/PPAA). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale si colloca sotto la soglia critica (26%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.372 (26/01/2021) a 2.214 (02/02/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 21.355 (26/01/2021) a 20.317 (02/02/20201). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'incidenza impongono comunque misure restrittive.
Si mantiene stabile il numero di Regioni/PPAA in cui non sono state riportate allerte di resilienza (16 Regioni/PPAA). Anche questa settimana nessuna Regione ha riportato molteplici allerte di resilienza.
Si osserva una ulteriore diminuzione nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (28.144 vs 29.432 la settimana precedente) e si mantiene stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti (31,2% vs 31,7%). Invece, aumenta la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (32,7% vs 31,4% la settimana precedente). Infine, il 21,7% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nel 14,5% non è stata riportata la ragione dell'accertamento diagnostico.
Conclusioni:
Si riporta l'analisi dei dati relativi al periodo 25 gennaio 2020 - 31 gennaio 2021. Per i tempi che intercorrono tra l'esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l'infezione nella prima metà di gennaio. Lo scenario riportato è riferito alla settimana precedente all'allentamento delle misure intervenuto il 1 febbraio quando 11 regioni PP/AA erano assoggettate alle misure di cui articolo 2 del DL 14 gennaio 2021 e 3 assoggettate alle misure di cui all'articolo 3 dello stesso DL.
La diminuzione dell'incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg è più lieve di quella osservata le precedenti settimane: 273,01 per 100.000 abitanti (18/01/2021-31/01/2021) vs 289,35 per 100.000 abitanti (11/01/2021-24/01/2021), dati flusso ISS. Si segnala che in almeno uno dei flussi di sorveglianza coordinati dal Ministero della Salute e dall'ISS, 13 regioni evidenziano un trend di casi in aumento.
L'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,84 (range 0,76– 1,02), una stima simile a quella della settimana precedente, però con un range che supera l'uno nel limite superiore.
La classificazione del rischio mostra segnali di peggioramento rispetto alla scorsa settimana: sono tre le Regioni/PPAA con una classificazione di rischio alto (vs una la settimana precedente), undici con rischio moderato (di cui una ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e sette con rischio basso.
In questa fase delicata dell'epidemia questi iniziali segnali di contro-tendenza potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente realizzate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale anche in considerazione della circolazione delle varianti VOC202012/01 e P.1 in alcune aree di regioni italiane. L'attuale quadro a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali. In alcuni contesti, un nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l'incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per COVID-19 in area critica.
Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi.