L'attacco del 7 ottobre nel sud di Israele - casuale o consapevolmente ignorato - è stato per Netanyahu ed il suo governo di estremisti, comprendente anche dei nazifascisti (in base alla definizione che si è dato il ministro Smotrich), l'occasione da sfruttare per dar corpo alla Terra di Israele (Eretz Israel) che va dal fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo), progetto che sta alla base dell'atto costitutivo del Likud, spazzando via Gaza e aumentando la presenza di terroristi ebrei (impropriamente etichettati come coloni) in Cisgiordania, che il Likud riconosce solo come Giudea e Samaria.
Riassunto in questi termini, quanto sta accadendo in Medio Oriente oggi acquista una logica che spiega le scelte di Netanyahu e del suo governo supportato dall'ultradestra sionista. Il piano è (o forse era) quello di dar corpo ad un conflitto che alla fine potesse regalare uno stato ebraico allargato ai Territori Occupati, come lo è già adesso, ma in più senza alcun palestinese che potesse rivendicare un qualche diritto. In tal modo, la ricompensa per Netanyahu sarebbe stata, a furor di popolo, una bella amnistia per i reati di cui è accusato e per cui è a processo e un lasciapassare implicito per un consenso elettorale sine die.
Netanyahu era cosciente che il suo disegno prevedeva il massacro di migliaia di palestinesi, ma era certo di poterlo giustificare con qualche centinaio di israeliani morti il 7 ottobre che, con il passare del tempo, proprio a tale scopo sono stati uccisi in mille modi diversi... ogni volta sempre più cruenti e sempre più atroci, ritenendo tale propaganda come passaporto per giustificare il genocidio di Gaza, le uccisioni e violenze nei Territori Occupati, la guerra con il Libano e quella con l'Iran.
Va considerato anche che, finora, la propaganda sionista aveva permesso di far credere alla comunità internazionale che far fuori 6.500 palestinesi dal 2008 a settembre 2023 fosse lecito e dovuto. Oggi i confusi sostenitori del sionismo pretendono di far credere che Gaza non fosse un territorio sotto occupazione e godesse di una assoluta autonomia, ma si dimenticano che pochi anni fa, quando i gazawi commemoravano la Nakba, dichiaravano con tutta la sfacciataggine di questo mondo che fosse dovuto e giusto che i militari del'IDF assassinassero dei civili per divertimento, con la scusa che questi si erano avvicinati troppo alle "recinzioni" della Striscia.
Il governo Netanyahu contava di poter far affidamento su questo tipo di sentimento per giustificare il proprio disegno, ma i quasi 33mila morti, di cui un terzo bambini, sembrano essere un numero insostenibile per giustificare Israele, persino per governi amici (complici) come quello britannico e quello statunitense.
Qual è stato allora il risultato del conflitto messo in atto dal governo Netanyahu?Un disastro dal punto di vista della politica interna e di quella estera.
In Israele, le manifestazioni per chiedere le sue dimissioni sono ormai giornaliere, oltre che oceaniche (in rapporto al numero di abitanti in quella nazione). L'economia sta andando a rotoli e la tenuta sociale, nelle prossime settimane, rischia di spezzarsi, anche perché lo stato di guerra perenne che Netanyahu vuole imporre al Paese potrebbe alla fine non dover più trovare giustificazione con la salvaguardia di uno stato ebraico, ma esser vista con la sola salvaguardia degli interessi di Netanyahu. Nelle scorse ore, il portavoce dell'IDF Daniel Hagari, dopo aver annunciato che la nazione doveva esser preparata a qualsiasi attacco armato portato da Teheran, si è appellato ai cittadini che evitassero di correre a fare incetta di generi alimentari, generatori di corrente e non ritirassero i contanti dalle banche!
Il disastro è forse maggiore dal punto di vista internazionale. Nonostante la feroce propaganda sionista che militarizza ogni tipo di media, l'opinione pubblica ha iniziato a rendersi conto di chi siano realmente i sionisti e di cosa siano capaci. Finora, le loro porcate erano state mascherate con la barzelletta dell'antisemitismo, cui tuttora, strenuamente, viene fatto ricorso... ma con sempre meno successo. Hai voglia ad accusare qualcuno di antisemitismo quando uccidi dei civili, a partire dai bambini, con le bombe, con la fame e con la sete... per poi assassinare chi cerca di portare loro aiuto.
Questo disastro di immagine avrà anche conseguenze future, quando il conflitto sarà finito, perché adesso l'opinione pubblica ha iniziato a capire che la storiella del povero ebreo sempre e comunque vittima del cattivissimo palestinese, ovviamente esclusivamente musulmano e terrorista, non regge più.
Una storiella cui facevano affidamento gli americani per mantenere Israele come propria testa di ponte nell'area, rifornendolo di aiuti militari. E adesso? Gli Stati Uniti, come la Gran Bretagna e altri Paesi che dovessero fare altrettanto, rischiano di essere responsabili del genocidio di Gaza, nel caso continuino a rifornire di armi Israele.
Netanyahu ha creato questo caos. Ma prima di lui lo hanno creato tutti quei Paesi che asseriscono di far rispettare il diritto internazionale e i diritti umani, che invece, dal 1948 ad oggi, hanno permesso che le colpe degli europei nei confronti degli ebrei fossero un credito che dovevano saldare i palestinesi!
È giunta l'ora di fare i conti con la storia e con gli errori del passato, iniziando a rispettare le norme del diritto internazionale che già esistono e, dopo tre quarti di secolo, iniziare a dare giustizia al popolo palestinese.