OneWeb, operatore britannico di comunicazioni via satellite partecipato in gran parte dallo Stato, nelle scorse ore ha lanciato con un razzo Soyuz, partito dal Cosmodromo di Vostochny, 36 nuovi satelliti, portando a 182 il numero complessivo di quelli già in orbita. La finalità è quella di fornire entro fine anno servizi di connettività a banda larga a località isolate poste sopra i 50 gradi di latitudine nord. I piani originali prevedono una rete di 650 satelliti che però dovrebbero aumentare fino ad arrivare a 7mila.

Le reti satellitari sembrano essere il futuro nel campo delle comunicazioni, come dimostrano le esperienze di altri operatori che stanno già da tempo investendo in questo settore.

Il principale concorrente di OneWeb è Starlink, società controllata dalla californiana SpaceX che si occupa anche di fornire razzi e navicelle per i voli spaziali della Nasa. Starlink ha attualmente più di 1.300 satelliti in orbita, con altre migliaia in procinto di essere lanciati, fino a raggiungere i 12mila.

Anche Amazon ha in calendario di investire nel settore tramite Kuiper, con il lancio di 3mila satelliti, così come la canadese Telsat con il progetto Lightspeed... e non vanno dimenticate l'Unione europea e la Cina, anche loro intenzionate a creare una rete di comunicazioni via satellite.

Quello che adesso alcuni iniziano a chiedersi è quanto spazio ci sia in orbita per ospitare un così elevato numero di satelliti, con le relative problematiche di sicurezza collegate, che riguardano non solo i voli spaziali, ma anche il fine vita dei satelliti stessi che, prima o poi, dovranno ricadere e non è detto che riescano sempre a disintegrarsi completamente al rientro in atmosfera.