Oggi a Milano il centrosinistra decide, utilizzando lo strumento delle primarie, chi sarà il proprio candidato alla carica di sindaco alle prossime elezioni comunali che si terranno in primavera.
Nonostante le scelte a livello nazionale abbiano manifestato enormi differenze tra le varie anime della sinistra, ammesso che il PD possa ancora essere collocato in tale area, a Milano si è deciso comunque di fare delle primarie che, almeno nominalmente, dovrebbero rappresentare unitariamente l'area di centrosinistra, compresa SEL e Sinistra Italiana. Questi sono i candidati in lizza: Giuseppe Sala, Pierfrancesco Majorino, Antonio Iannetta e Francesca Balzani.
Giuseppe Sala ha una carriera da manager, una precedente esperienza come direttore generale del comune di Milano durante l'amministrazione Moratti e, soprattutto, l'ultimo incarico da amministratore delegato di Expo 2015, sul cui successo, presunto o reale che sia, ha influito la sua candidatura voluta anche, se non principalmente, direttamente dalla segreteria del PD.
A contrastare Sala, che nei sondaggi parrebbe non avere rivali, sono soprattutto Francesca Balzani e Pierfrancesco Majorino, entrambi assessori nell'attuale giunta guidata da Pisapia.
Francesca Balzani, reduce da altri incarichi nell'amministrazione pubblica, ricopre oggi la carica di Vicesindaco del comune di Milano, oltre a quella di assessore al Bilancio, Patrimonio e Tributi.
Pierfrancesco Majorino, la cui esperienza politica a Milano risale già ai tempi dei DS, è assessore alle Politiche Sociali e Cultura e della Salute nella giunta Pisapia.
Sia Balzani che Majorino, che nei sondaggi si dividono la seconda piazza nelle preferenze dei Milanesi, fanno leva sul loro operato nella giunta Pisapia come manifesto elettorale per la loro promozione.
Infine, Antonio Iannetta, ultimo nei sondaggi, è direttore dell'UISP a Milano e si occupa di progetti, anche di carattere internazionale, legati al sociale e allo sport.
Oggi saranno 150 i seggi disponibili, aperti dalle 8 alle 20, dove i Milanesi che si riconoscono nei programmi dei quattro candidati potranno esprimere la propria preferenza.
Ieri c'è stato un anticipo delle votazioni con un numero molto ridotto di seggi che, comunque, hanno ricoperto le varie zone della città. Il numero di votanti è stato di circa 8.000. Non sono però mancate le polemiche.
Infatti, come riportato da Il Fatto Quotidiano, una parte dei votanti - secondo i dati ufficiali il 4% - era costituito da stranieri, in particolare cinesi. Fin qui non ci sarebbe nulla di male, senonché molti di costoro, sempre secondo le testimonianze raccolte da Il Fatto, non avevano la minima idea di cosa stessero facendo, oltre a non conoscere quasi per nulla lingua italiana. Alcuni di questi, poi, chiedevano indicazioni per votare il candidato Sala.
Nei giorni scorsi, è stata registrata una notevole attività delle organizzazioni che si occupano dell'integrazione cinese nella città di Milano per queste primarie , con una evidente sponsorizzazione per il candidato Sala.
La partecipazione dei cinesi di ieri non è passata inosservata alla parte di centrodestra. Così Salvini: «File di cinesi, molti dei quali - intervistati dalle tivù -, non parlano neanche italiano, votano il renziano Sala alle primarie Pd di Milano. Che pena, povera Milano e povera sinistra»!
Alla polemica risponde l'Unità con queste parole: «Cosa c’è di strano? Le primarie del centrosinistra sono aperte ai cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia e a Milano, checché ne pensino i cervelloni della destra, questa fattispecie (sic!) è particolarmente numerosa. Si pensi che solo nel capoluogo lombardo, il 18,6% dei cittadini è di origine straniera. Ieri, complessivamente, solo il 4% dei votanti alle primarie erano immigrati. Pure pochini, se vogliamo.»