Cristian Vacca: "Aiutatemi a non perdere i miei figli"
Riceviamo e pubblichiamo la storia di Cristian Vacca che lui stesso ha deciso di far conoscere, alla ricerca di aiuto e di giustizia.
Mi chiamo Cristian Vacca, vivo a Prato e oltre un anno fa sono stato denunciato per violenza nei confronti di moglie e figli. Sono stato improvvisamente cacciato di casa alla presenza dei miei bambini. I miei vestiti riposti fuori la porta in buste dell’immondizia.La possibilità è stata offerta da una precedente separazione effettuata per ragioni economiche, la quale prevedeva un accredito diretto di quasi tutto il mio stipendio sul conto corrente della mia ex moglie, in virtù di in accordo fatto con la stessa qualche tempo prima, a causa di miei pesanti debiti (Equitalia) ed in un momento nel quale mai avrei potuto pensare ad un voltafaccia simile.Vivo da 15 mesi con buste paga molto basse: le cifre mensili che percepisco, vanno dai 70 euro al mese ai 100, a volte 300, a seconda dei casi, nonostante il mio stipendio sia di un impiegato di una multinazionale. Sono innocente. Tuttora non mi è chiaro cosa possa aver scatenato un simile odio nei miei confronti.Inizialmente indagato, via via le indagini hanno fatto sì che venisse indagata la persona che mi ha denunciato e che ho amato: la madre dei miei figli. Sono stato umiliato, picchiato. Sono finito in ospedale in codice rosso.Sto vivendo l’agonia dell’indigenza, ho subito sguardi ingiusti di accusa ed ho vissuto in prima persona il Covid, da solo e senza possibilità economiche (sospetto contagiato). Mia madre e gli amici di sempre mi hanno aiutato. In questo anno il mio avvocato mi ha sostenuto senza chiedermi compensi, almeno fino ad ora.Il 27 Gennaio 2021, però, ci sarà un’udienza presso il Tribunale di Firenze, nella quale è stato chiesto dalla mia ex moglie, mediante il suo avvocato di non farmi vedere più i bambini.Sono consapevole di aver descritto una storia inverosimile, ma posso documentarla. Sono alla ricerca di aiuto, ho bisogno di giustizia. Sono disposto a rinunciare alla mia privacy, ma non posso rinunciare a fare il padre.