Alla Commissione Difesa del Senato, che sta portando avanti un'indagine sul contributo dei militari italiani e sull'impatto delle attività delle Organizzazioni Non Governative in relazione al controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo, oggi è stato sentito, tra gli altri, il Procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro.

A differenza del suo collega della Procura di Siracusa, Zuccaro ha ribadito la sua posizione, parlando di interventi di ONG direttamente in acque libiche, di necessità di ulteriori indagini sulle loro fonti di finanziamento, della necessità di intercettazioni satellitari, del fatto che tra il personale delle ONG non ci sarebbero solo dei filantropi e via dicendo... senza mai però parlare concretamente di fatti e accuse specifiche e mirate che possano avere un qualche rilievo penale.

Insomma, escludendo a scanso di equivoci Save the Children e Medici Senza Frontiere che nei giorni scorsi si sono alquanto adirate per le sue dichiarazioni, Zuccaro ha ribadito la sua tesi, entrando anche nel merito della gestione dei migranti. In pratica, quelle di Carmelo Zuccaro sembrano sempre di più le dichiarazioni di un politico piuttosto che quelle di un magistrato!

Le parole di Zuccaro, però, ancora una volta non hanno trovato riscontro con altre testimonianze. La più significativa quella del responsabile delle operazioni in mare della Guardia Costiera nel tratto del Mediterrano tra Sicilia e Libia.

Il militare della Marina non ha potuto affermare, finora, di aver potuto verificare dei comportamenti anomali da parte delle varie ONG operanti in quel tratto di mare nelle varie fasi di salvataggio di imbarcazioni che trasportassero migranti, sia a partire dal momento della segnalazione che nelle fasi di assistenza e imbarco.

Ammessa, fino a prova contraria, l'assoluta buona fede del Procuratore di Catania, che cosa sa realmente Carmelo Zuccaro che non ci ha ancora detto o non ci ha potuto o voluto dire?