E si ripete il solito copione, piove a dirotto, fiumi e torrenti esondano, il territorio si allaga, danni, a case e coltivazioni, famiglie per strada, campi devastati.

Ormai non c'è nemmeno bisogno di essere "esperti" per capire che la mancata prevenzione è alla base della maggior parte dei disastri.

Soprattutto l' abbandono a se stessi dei corsi d' acqua, li rende inadatti a smaltire precipitazioni che superino la normale soglia di intensità, quindi l'acqua in eccesso non defluisce e dilaga invadendo i territori circostanti.

Il problema è arcinoto, la puntualità con cui si ripetono i disastri è drammaticamente monotona, ma le amministrazioni locali cosa fanno, oltre che piatire regolarmente ormai inutili "stati di emergenza" con conseguenti massicci interventi statali a carico di tutti i contribuenti?

Assolutamente niente!

E allora bisogna pure cominciare a porsi qualche domanda. Ma non è che - per caso - la normale manutenzione sia a carico di regioni, province e comuni, mentre gli interventi di emergenza sono a carico del governo centrale?

A pensar male si fa peccato, ma il regolare ripetersi dei fenomeni, nell'assoluta immobilità delle autorità locali, fa nascere più di un sospetto, forse sarebbe il caso di rivedere l'intera materia e cominciare a parlare di precise responsabilità e, una volta individuate, procedere penalmente contro chi ha colpevolmente evitato di porre in atto basilari interventi sul territorio.

Fino alla prossima, che non tarderà ad arrivare.