Nel rapporto Unicef "La condizione dell’infanzia nel mondo 2017: Figli dell’era digitale", il dato più sorprendente è che 1 utente di internet su 3 è un minore, bambini o adolescente che sia.

«Nel bene e nel male, la tecnologia digitale è attualmente una realtà irreversibile delle nostre vite - ha dichiarato il direttore generale dell’UNICEF Anthony Lake. - In un mondo digitale, la nostra sfida è duplice: ridurre i danni, massimizzando allo stesso tempo i benefici del web per ogni bambino.»

I giovani rappresentano il gruppo di età più connesso. Nel mondo, il 71% di loro è online, comparato al 48% della popolazione totale. I giovani africani sono i meno connessi, con circa 3 giovani su 5 offline, comparati a solo 1 su 25 in Europa.


Il rapporto ci dice anche che esiste un divario di genere, dimostrato dal fatto che, a livello globale, nel 2017 internet è stato utilizzato per il 12% in più dai maschi rispetto alle femmine. In India, meno di un terzo degli utenti di internet sono donne.

Alla domanda "cosa ti piace di internet", il 40% ha risposto "Imparare nuove cose per la scuola o la salute"; il 24% ha risposto "Acquisire competenze che non posso imparare a scuola".

Alla domanda "come hai imparato ad utilizzare internet", il 42% ha risposto di aver imparato da solo. Il 39% ha risposto di aver imparato da amici o fratelli.

Alcuni adolescenti, inviano 4000 messaggi al mese, o uno ogni sei minuti.

Il rapporto analizza i benefici che la tecnologia digitale può offrire ai bambini più svantaggiati, anche di coloro che crescono in povertà o che sono colpiti da emergenze umanitarie. Questi includono: aumentare il loro accesso alle informazioni, sviluppare competenze per il settore lavorativo digitale e offrire loro una piattaforma per connettersi e comunicare le loro opinioni.

Ma il rapporto ci rivela che oltre a coloro che possono sfruttare Internet, ci sono moltissimi bambini che invece non hanno questa opportunità, 346 milioni, aggravando le disuguaglianze e riducendo la loro capacità dei bambini di partecipare a un’economia che sta diventando sempre più digitale.



Ma oltre ai benefici, il rapporto "Figli dell’era digitale" ci racconta anche i pericoli di Internet e le conseguenze reali e non virtuali di tali pericoli con l’uso improprio di informazioni private, l’accesso a contenuti dannosi e il cyberbullismo. La presenza diffusa dei dispositivi mobili, come fa notare il rapporto, ha reso l’accesso al web per molti bambini meno controllato – e potenzialmente più pericoloso.

Reti digitali come il web sommerso e le criptovalute stanno permettendo le peggiori forme di sfruttamento e abusi, fra cui la tratta e l’abuso sessuale di bambini online "su richiesta".

Oltre 9 URL con contenuti pedopornografici su 10 identificati a livello mondiale sono localizzati in cinque paesi – Canada, Francia, Olanda, Federazione russa e Stati Uniti. Nel 2016, 57.335 URL contenevano materiale pedopornografico. Di questi, il 60% era ospitato su server in Europa e il 37% in Nord America.

Il 53% dei bambini abusati e sfruttati per produrre contenuti pedopornografici hanno 10 anni o meno. Un dato più che incredibile, ma anche inferiore al 69% del 2015. Tuttavia, il numero di immagini di bambini dagli 11 ai 15 anni è in aumento: dal 30% nel 2015 al 45% nel 2016.


«Internet è stato progettato per gli adulti, ma è sempre più utilizzato dai bambini e dai giovani – e le tecnologie digitali coinvolgono sempre più le loro vite e il loro futuro. – Dunque le politiche, le pratiche e i prodotti digitali dovrebbero riflettere meglio i bisogni dei bambini, le loro prospettive e le loro voci», ha concluso Anthony Lake.