Il caldo anomalo non va in ferie neppure in inverno ed è tutt'altro che una buona notizia
In Australia fa caldo, molto più del solito in questo periodo dell'anno, tanto che per i prossimi giorni per alcune regioni si prevedono temperature che potrebbero raggiungere i 45° C, con le autorità locali che hanno avvertito la popolazione di un possibile rischio incendi.
Negli Stati Uniti non vi sono le stesse temperature dell'Australia, ma fa comunque molto più caldo rispetto alla media stagionale e così, ad esempio in Minnesota, è possibile fare jogging in t-shirt quando invece si dovrebbe stare al caldo davanti ad un camino.
E in Italia? Anche da noi vi è un caldo anomalo che sta caratterizzando il periodo delle vacanze natalizie del 2023. Per capire di cosa stiamo parlando, alla vigilia di Natale la temperatura media in tutto il territorio dell'Emilia-Romagna, dal mare alla vetta più alta degli appennini, è stata di 13,6° C, mentre avrebbe dovuto essere tra i 3 e i 4 gradi, secondo i dati statistici dell'Arpa della regione.
Il 2023 in Italia è stato un anno caldo, anzi caldissimo, tanto da aver superato il precedente record registrato nel 2019 di ben +3,8 gradi.... e non solo a causa delle temperature registrate la scorsa estate, ma anche per quelle registrate in questo inverno. Un esempio? A dicembre, in provincia di Torino si è registrata una temperatura di 25,2° C.
Un fenomeno, quello del surriscaldamento che ha interessato tutto il globo terrestre, insieme a quello della riduzione delle precipitazioni, un fenomeno che riguarda non solo l'Africa ma anche buona parte dell'Europa e tutto il Nord America, dal Canada al Messico, secondo l'ultimo report Global Drought Snapshot 2023 patrocinato dalla Convenzione delle Nazioni Unite per lottare contro la desertificazione (UNCCD).
Ed il caldo è anche un problema economico... già adesso.
Per comprenderlo basta guardare il bollettino della neve delle località sciistiche. Le uniche regioni che forse riescono a sorridere sono Trentino e Lombardia. Nel resto del nord è comunque possibile andare a sciare, ma non a colpo sicuro, visto che le alte temperature non solo non hanno permesso alcuna nevicata, ma non consentono neppure di innevare le piste con la neve artificiale! Nel centro-sud, sugli appennini, la neve è letteralmente un miraggio. Le località in cui poter sciare si contano sulle dita di una mano.
Pazienza? Fino a un certo punto, perché le località di montagna vivono sui ricavi della stagione invernale e senza neve tutta la filiera del turismo va a rotoli.
E la mancanza di neve oltre ad essere un problema di sicurezza per i ghiacciai che rischiano di franare, al di là delle altre conseguenze climatiche e ambientali che il loro scioglimento può provocare, è anche un problema per l'approvvigionamento idrico per i prossimi mesi: fiumi e laghi contano anche sulla neve, e non solo sulla pioggia, per fornire acqua nei prossimi mesi primaverili ed estivi.
Anche in questo caso, le ripercussioni economiche negative sono facilmente prevedibili, visto che senza acqua sufficiente le infrastrutture idroelettriche non potranno essere messe in funzione e per produrre energiua dovremo ricorrere alle fonti fossili.
Qualcuno, a questo punto, dirà che incauta è stata l'Italia a voler fermare la costruzione delle centrali nucleari. Bene, a quel qualcuno bisogna ricordare che quelle centrali nucleari possono rimanere in esercizio solo in presenza di grandi quantità d'acqua. Quindi, se oggi i vari Calenda e i vari Salvini volessero tirar su una centrale di 3ª generazione in grado di operare sempre, anche in periodi di siccità, dovrebbero farlo solo sulla costa, in modo da poter avere a disposizione tutto il Mediterraneo. Certo... Briatore e Santanchè non farebbero salti di gioia nel vedere un bell'impianto nucleare a far da panorama al Twiga di Forte dei Marmi... ma non è che tutto ciò che non piace possa esser costruito solo a Taranto!
Quindi, se dei giovani cercano di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica su un problema che già adesso è drammatico e che non dovremmo più ignorare con manifestazioni che vengono contrastate addirittura con misure di natura penale, non è loro che dovremmo biasimare e condannare, ma i politici che stanno ignorando e/o sottovalutando il problema... Sono loro che dovrebbero finire in galera!