Medioriente: Crisi Iran - Arabia Saudita. (di M. Settineri)
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L’esplosione della crisi tra Arabia Saudita e Iran è tra gli elementi più preoccupanti con cui inizia questo nuovo anno, il 2016.
Quella che apparentemente è una contrapposizione tra fanatismi religiosi, quello Sciita (Iran) e quello Sunnita (Arabia Saudita), nasconde in verità delle motivazioni molto più prosaiche. In gioco ci sono la supremazia strategico-militare nell’area e la politica economica legata alla vendita del petrolio.
La rottura dell’isolamento in cui era stato tenuto l’Iran, con il conseguente avvicinamento alla Russia di Putin, è vista come un estremo pericolo dalle Nazioni che, spalleggiate da Stati Uniti e Israele, avevano pressoché il monopolio del petrolio e una posizione dominante nell’Area mediorientale.
Arabia Saudita, Turchia, Bahrein e gli altri minuscoli Staterelli fantoccio che l’Ameria ha disseminato nella zona, vedono con preoccupazione un Iran concorrenziale sulla scena politico-economico-militare. Interessi enormi vengono aggrediti, l’imminente ripresa delle esportazioni petrolifere di Teheran, che, dopo aver firmato l’accordo sul Nucleare, può riprendere a vendere il suo petrolio, e che ha già prodotto il calo del prezzo del greggio, è solo uno dei segnali dell’inversione di tendenza determinata dalla fine dell’isolamento iraniano.
Tutto questo non può essere tollerato dalle economie liberiste e quindi bisogna ricorrere immediatamente ai ripari. E come riparare a tutto ciò? Semplice, con il solito vecchio metodo in uso da oltre settanta anni. S’incomincia con le provocazioni, si solleva l’opinione pubblica mondiale creando il mostro (come non ricordare l’Iraq, le armi batteriologiche, la guerra preventiva), si portano attacchi più o meno velati all’economia, all’integrità territoriale della Nazione che si vuole colpire.
La Storia, recente e non, lo insegna. Da ultimo questa strategia ha prodotto la fine di Nazioni come, Jugoslavia, la Libia, l’Iraq, la stessa cosa si sta tentando con la Siria (importante è il sostegno che Riyad offre ai terroristi avversari di Assad in Siria) e adesso si pensa all’Iran. E’ evidente come si sta tentando di ridisegnare la geografia politico-economica in Medioriente, con lo scopo di portare a compimento la realizzazione di un nuovo ordine mondiale che risponda alle esigenze delle Nazioni liberiste, mondialiste, globalizzanti.
Come abbiamo succintamente dimostrato, in tutto quanto sta avvenendo nell’Area mediorientale le religioni c’entrano poco, semmai sono lo strumento di cui si servono governanti spregiudicati per fare leva sui sentimenti d’interi popoli, costringendoli in situazioni che per la loro portata prospettica non sono definibili e quantificabili.
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Mario Settineri
Responsabile Politiche Mediterranee
Movimento Sociale - Fiamma Tricolore