L'Antitrust dell'UE multa Google per 2,42 miliardi di euro
La commissione antitrust dell'Unione Europea ha sanzionato la controllata di Alphabet, Google, con una multa record di 2,42 miliardi di euro (2,7 miliardi di dollari), annunciando anche la possibilità di ulteriori sanzioni per altri due casi allo studio, in relazione all'utilizzo di AdSense e del Play app store per la distribuzione del software Android.
La condanna odierna riguarda un'indagine, durata ben sette anni, avviata dopo le denunce di aziende rivali - Yelp, TripAdvisor, Foundem News Corp e FairSearch - in relazione al servizio Google Shopping.
Secondo la Commissione UE guidata da Margrethe Vestager, Google ha sistematicamente dato maggiore visibilità ai prodotti da lei sponsorizzati, con un migliore posizionamento nei risultati delle ricerche relative al proprio servizio di confronto prezzi Google Shopping, mettendo invece in secondo piano i risultati dei prodotti delle aziende concorrenti.
A partire da oggi, Google ha 90 giorni per correggere i risultati delle ricerche in Google Shoppping. Nel caso che dopo tale periodo nessuna correzione dovesse esser stata apportata, la multa verrebbe aumentata del 5% dell'intero fatturato medio giornaliero di Alphabet.
Secondo quanto ha dichiarato il commissario Margrethe Vestager «quello che Google ha fatto è illegale secondo le regole antitrust dell'UE, negando ad altre aziende la possibilità di competere e di innovare in base ai propri meriti e, soprattutto, negando ai consumatori europei una reale scelta rispetto ai servizi offerti oltre tutti i vantaggi dell'innovazione.»
In risposta alla decisione dell'antitrust, questa la dichiarazione di Kent Walker, direttore Affari Legali di Google, "We respectfully disagree with the conclusions announced today. We will review the Commission's decision in detail as we consider an appeal, and we look forward to continuing to make our case", che, in disaccordo con le conclusioni di Bruxelles, ritiene comunque opportuno leggere in dettaglio le valutazioni della Commissione per poi, eventualmente, procedere in appello.