Per le 12 ora locale di lunedì, Juan Guaidó ha convocato una sessione straordinaria del Parlamento per decretare lo stato di emergenza nazionale, in base all'articolo 338 della Costituzione.

Guaidó incolpa il governo di Maduro per l'emergenza relativa alla mancanza di erogazione elettrica tuttora in corso in Venezuela, iniziata giovedì scorso con un blackout che ha interessato la quasi totalità della nazione.

Domenica sera, Guaidó ha dichiarato che "16 Stati continuano a essere completamente senza luce, mentre in 8 l'erogazione di corrente è parziale. Fino a ieri sera si registravano 17 omicidi a causa del blackout, ma ci sono informazioni non ufficiali che il totale potrebbe aver toccato le 60 vittime".

E a proposito di numeri, che naturalmente dai media nostrani sono stati presi per buoni senza effettuare verifiche, il senatore americano Marco Rubio ha fatto sapere che sono 80 i bambini morti nella clinica universitaria di Maracaibo, a causa del blackout, a partire dallo scorso giovedì.


Il senatore della Florida Marco Rubio è un ultra conservatore che, per ragioni elettorali, dopo esser stato un paladino della lotta anticastrista per ottenere i voti della locale comunità cubana, adesso è anche uno dei più accesi sostenitori di Guaidò nella sua battaglia anti Maduro.

Tanto per capire chi sia Rubio, di recente aveva difeso la scelta dell'amministrazione Trump di nominare Elliott Abrams come rappresentante speciale degli Usa in Venezuela. Abrams in passato era stato condannato per aver mentito al Congresso sull'invio di spedizioni illegali di armi ai Contras in Nicaragua e più di recente aveva difeso un generale guatemalteco che un tribunale locale ha riconosciuto colpevole di genocidio.

Al di là dell'incapacità di Maduro di saper guidare il Paese, è sempre più difficile non credere che quanto sta accadendo in Venezuela non sia il frutto di una sapiente regia americana di cui Guaidó è il semplice esecutore.


Intanto, il ministro della difesa venezuelano, Vladimir Padrino López, ha dichiarato che le forze armate sono dispiegate in tutto il paese per garantire la sicurezza e limitare i disagi causati dal blackout, che dal Governo viene definito senza mezzi termini come un sabotaggio.


Per ordine del presidente Nicolás Maduro, le installazioni strategiche del Paese sono state occupate e sono stati effettuati sopralluoghi aerei su tutte le principali linee elettriche, ha detto il ministro.

Jorge Rodriguez, ministro della Comunicazione e dell'Informazione, ha confermato che questo lunedì scuole e attività economiche continueranno a rimanere chiuse per consentire il più rapido ritorno alla normalità nell'erogazione di energia.

È abbastanza naturale credere che in Venezuela Guaidó e gli Stati Uniti stiano progressivamente cercando di esasperare la popolazione per far esplodere una rivolta che più che la fine di Maduro, è facile ipotizzare, rappresenterebbe l'inizio di una guerra civile.