Spagna, la vittoria alle politiche del PSOE e di Sanchez è nei fatti una sconfitta per l'attuale premier
Pedro Sanchez, leader del PSOE, si è congratulato ieri per la vittoria dei socialisti alle elezioni politiche di domenica, chiedendo agli partiti generosità e responsabilità per sbloccare la situazione politica in Spagna. Non è be chiaro però da dove possa generare tanto ottimismo, visto che dopo questo ennesimo turno elettorale di cui lui è il principale responsabile il suo partito ha perso 3 seggi, la destra si è rafforzata con gli estremisti di Vox che hanno raddoppiato la presenza in Parlamento e la possibilità di dar vita ad una stabile maggioranza di Governo è ancor più difficile di quanto lo fosse prima del voto.
A destra, oltre ai neofascisti di Vox, queste elezioni hanno premiato anche i popolari di Casado che hanno aumentato la propria presenza in Parlamento, tanto che il PPE è adesso la seconda forza politica in Spagna. Dell'aumento di voti di popolari e Vox ne ha fatto le spese il partito Ciudadanos che ha visto ridurre da 57 a 10 il numero dei propri deputati. Un risultato che ha portato il leader Rivera a rimettere il proprio mandato annunciando per il partito un nuovo congresso a breve.
E per quanto riguarda la formazione del governo?
La crisi in Catalogna ha dominato il dibattito politico in campagna elettorale, più dei problemi legati a crescita economica, pensioni, disoccupazione, cambiamenti climatici... anche a causa delle recenti manifestazioni in quella regione dopo la sentenza della Corte Suprema spagnola che ha condannato con per severe gli indipendentisti catalani.
Tutto ciò ha contribuito a a riaccendere il sentimento nazionalista pro-indipendenza dei catalani - quelli di sinistra e repubblicani - e nello stesso tempo ha rafforzare il sentimento nazionalista del resto degli spagnoli, favorendo anche il risultato di Vox, celebrato dai neofascisti europei, Le Pen e Salvini in primis.
Che cosa potrà fare Sanchez adesso per dar vita ad una maggioranza che supporti un nuovo governo rispetto a qualche mese, con 3 deputati in meno e una destra ancor più forte, è un mistero su cui è possibile fare infinite supposizioni, ma che finiscono per essere del tutto inutili, visto che non esistono basi certe perché qualcuna possa essere più valida di altre.
Pertanto, non rimane che attendere le parole di Sanchez, con la possibilità, per nulla remota, di nuove elezioni dietro l'angolo.