Dopo aver inutilmente tentato di bloccare il risultato del voto nei tribunali degli Stati in cui Joe Biden ha inaspettatamente ottenuto un maggior numero di preferenze, Donald Trump sta tentando un'altra strategia per evitare che il suo avversario possa entrare in carica: impedire la certificazione del voto. 

In Georgia non gli è andata bene, visto che ieri, prima il segretario di Stato e poi lo stesso governatore hanno dichiarato la validità dei voti scrutinati, dopo un secondo conteggio, che ha assegnato indiscutibilmente la vittoria a Biden.

Trump, nella stessa giornata ha tentato di fare in modo che anche in Michigan il voto non venga certificato. Non potendo far pressione sul governatore, dato che Gretchen Whitmer è stata eletta per il partito democratico, il presidente in carica venerdì ha convocato alla Casa Bianca alcuni membri del Congresso eletti in Michigan.

Sebbene non sia stato diffuso un comunicato con i contenuti dell'incontro, i parlamentari del Michigan hanno poi rilasciato una nota nella quale si legge che a loro non sono state fornite informazioni tali da poter cambiare l'esito delle elezioni nel loro Stato, dove Biden ha superato Trump di quasi tre punti percentuali.

"Seguiremo la legge e seguiremo il normale processo per quanto riguarda ciò che gli elettori del Michigan hanno votato... I candidati che ottengono il maggior numero di voti vincono le elezioni..."

Pertanto, anche la possibilità di evitare la certificazione dell'esito del voto in Michigan per Trump parrebbe "quasi" tramontata. Adesso non gli resta che tentare di bloccare il risultato del voto in Wisconsin e Pennsylvania, anche se i 31 delegati di quei due Stati non gli sarebbero sufficienti per impedire a Biden, che si è aggiudicato 306 grandi elettori, di non raggiungere la maggioranza, fissata a quota 270. 

Per Trump sarà possibile fermare Biden  solo se riuscirà ad impedire la certificazione dei voti in tutti e tre gli Stati, Michigan, Wisconsin e Pennsylvania, a meno che non riesca a farlo, ad esempio, anche in Arizona.

Non bisogna dimenticare  però che la certificazione del voto è solo una semplice formalità, finora del tutto scontata, anche se dal punto di vista legale negli Stati Uniti non esiste alcun vincolo costituzionale che tenga conto del risultato di un voto popolare. In tempi normali, la certificazione del voto è sempre stata data per scontata... ma quelli di Trump non sono tempi normali.


È però sempre più palese che l'ostinazione del presidente in carica nel non riconoscere ciò che le urne hanno sancito rende la situazione politica negli Stati Uniti sempre più incandescente, anche perché, se da una parte i membri del partito repubblicano al Congresso hanno iniziato a voltargli le spalle, ci sono dei media che danno una veste di credibilità alle sue menzogne. È quasi inutile aggiungere che ci sono anche molti suoi elettori che credono che quanto Trump sostiene sia vero. 

Sono gli stessi che rifiutano di credere alla pericolosità della Covid, che vanno in giro senza prendere alcuna precauzione e che, quando finiscono in ospedale contagiati dal virus, pretendono che i medici dicano loro da cosa realmente sono affetti, non volendo accettare la Covid come malattia.

Così, grazie a Trump, stanno facendo sì che la pandemia da coronavirus negli Stati Uniti sia fuori controllo, con gli ultimi dati che parlano di 200mila contagiati e 2mila decessi nelle ultime 24 ore.