Globalizzazione, una strada che porterà al nulla
Mi permetto di ricordare alcuni punti fondamentali della recente storia italiana, per evidenziare il processo di globalizzazione che da quasi venticinque anni sta facendo il suo corso.
Era il 7 febbraio 1992 quando l'Italia, con la firma del trattato di Maastricht, entrò a far parte dell'Unione europea, organizzazione sovrannazionale, politica ed economica.
Era il 17 febbraio 1992 quando cominciò Tangentopoli e un pool della Procura della Repubblica, con una serie di inchieste giudiziarie sulla corruzione, portò all'azzeramento di una intera classica politica italiana.
Era l'anno 2002 quando ebbe inizio la circolazione monetaria dell'Euro.
Era il 2011 quando un governo democraticamente eletto fu rovesciato da un complotto ordito dalla Troika e che portò alle dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
E' il 2016 quando il premier canadese Justin Trudeau firma con il presidente del Consiglio UE Donald Tusk il trattato di libero scambio tra Unione Europea e il Canada, denominato CETA.
Sono in corso altri negoziati da parte della UE per la definizione di accordi commerciali di libero scambio come il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) (con Usa) e come il "TISA (Trade in Services Agreement) (con OMC).
Dal 1992 ad oggi abbiamo assistito e viviamo un processo di globalizzazione inarrestabile sotto la regia più o meno occulta dei fautori del "pensiero unico", dei George Soros & Co. , delle banche d'affari internazionali.
Un processo di globalizzazione che è diventato preponderante nel cambiamento radicale della nostra società. Un percorso che porterà all'annullamento della democrazia, oltre alla scarsità di lavoro e alla perdita dell'identità di un popolo.
Un processo di annullamento della democrazia che comincia dalla falsa democrazia rappresentativa voluta da Renzi. Il cittadino voterà per i deputati nominati dai partiti. O al Senato, dove siederanno senatori non votati ma sindaci e consiglieri regionali. Come per le provincie, il cittadino non è più chiamato al voto.
La volontà, da parte dell'elettore, di incidere nelle scelte politiche ed economiche di un stato, verrà sempre più alienata. Con la riforma costituzionale di Renzi, le leggi varate dalla UE (come in parte già avviene) saranno inglobate direttamente nel nostro ordinamento. Una UE che rappresenta i soliti noti, non certo i cittadini comuni.
Del resto, i cultori della democrazia rappresentativa sono quelli che considerano, come vera espressione democratica, uno stato governato da un'oligarchia. Oligarchia congeniale agli interessi delle lobby, della finanza, dei poteri forti.
Il partito che uscirà vincitore (anche con una bassa percentuale di suffragi), in base al combinato disposto della riforma costituzionale con la legge elettorale, esprimerà un capo del governo che potrà esercitare dei poteri paragonabili a quelli di un dittatore.
Naturalmente questa costruzione politica permetterà di sottoscrivere i trattati commerciali di libero scambio tanto cari alle multinazionali.
Trattati mal visti e osteggiati dall'opinione pubblica. Infatti questi accordi commerciali internazionali faranno sentire il loro impatto devastante sulla società al momento della loro applicazione. Causando l'aumento della disoccupazione e la compressione salariale. Oltre ad un' ulteriore perdita dei diritti del lavoro di cui il Jobs Act di Renzi è un degno esempio precursore.
Se un governo agisse in base ad un reale mandato democratico, rispettando la volontà del popolo, non riuscirebbe mai a imporre il Ceta o il TTIP.
Nel quadro della dottrina neoliberista (che trae linfa vitale dalla globalizzazione), l'immigrazione selvaggia è congeniale agli aspetti politici ed economici sopraindicati. Da anni assistiamo ad una deportazione di masse provenienti dall'Africa. Tanto che la si può paragonare ad una vera invasione. Con il beneplacito degli ideologi del "pensiero unico".
Con l'umanità indirizzata verso questa mondializzazione, ognuno di noi perderà i collegamenti con la propria realtà, con la propria storia, con le proprie radici.
Mentre per effetto della globalizzazione, la società sarà sempre più composta da masse omologate. Una società in cui, al posto dei cittadini avremo dei sudditi. Una società che, andando nella direzione della globalizzazione, segue una strada che porterà al nulla.