Quest'anno era dedicata al tema "Giovani donne che progettano il futuro", la Giornata Internazionale della Donna, celebrata al Quirinale. Erano presenti alla cerimonia il Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, la Vice Presidente della Camera dei Deputati, Maria Edera Spadoni e rappresentanti del governo, delle istituzioni, della politica, della cultura e della società civile. Tra gli ospiti anche la direttrice d'orchestra ucraina Oksana Lyniv, direttrice musicale del Teatro Comunale di Bologna.
Le parole di Mattarella, come faceva intuire la presenza tra gli ospiti della direttrice d'orchestra ucraina Oksana Lyniv, attuale direttrice musicale del Teatro Comunale di Bologna, non potevano non ricordare quanto sta accadendo in Ucraina.
"Sono certo di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine. Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurda. Tante, troppe, sono le donne già cadute in questo ingiustificabile conflitto. Nelle guerre le donne pagano sempre prezzi altissimi. Come donne, come madri, come compagne di vita. Vittime della insensatezza della guerra, vittime spesso di brutali violenze. Nelle immagini della disperazione dei giovani genitori del piccolo Kirill si esprime la insensatezza della guerra, la crudeltà e il cinismo di questa aggressività della Federazione Russa contro l'Ucraina. Va fermato, subito, con decisione, questo ritorno all'indietro della storia e della civiltà. Opporsi oggi a questa deriva di scontri e conflitti comporta dei prezzi, potrebbe provocare dei costi alle economie dei paesi che vi si oppongono ma questi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso. Non è tollerabile, e non dovrebbe essere neppure concepibile, che in questo nuovo millennio qualcuno voglia comportarsi secondo i criteri di potenza dei secoli passati pretendendo che gli Stati più grandi e forti abbiano il diritto di imporre le proprie scelte ai paesi più vicini e, in caso contrario, di aggredirli con la violenza delle armi provocando angoscia, sofferenze, morti, disumane devastazioni. La nostra responsabilità di cittadini, di europei ci chiama oggi a un più forte impegno per la pace, perché si ritirino le forze di occupazione e si fermino le armi, perché sia ripristinato il Diritto internazionale e siano rispettate le sovranità nazionali".