Cosa ci dicono le elezioni in Sardegna
Come sempre accade dopo le elezioni, tutti dichiarano vittoria.
Il centrodestra è ovviamente soddisfatto perché ha conquistato la guida della Regione con una maggioranza schiacciante; il PD esulta non si sa perché, visto che ha perso più del 10% di consensi rispetto alle ultime amministrative, probabilmente temeva uno schiaffo ancor più pesante, visto che al momento non esiste come partito; il M5S esulta perché per la prima volta entra nel consiglio regionale sardo, cercando così di nascondere la batosta incassata, con il 40% preso nella regione meno di un anno fa alle amministrative ridotto a meno del 10%.
Al di là delle chiacchiere di politici e giornalisti, cosa ci dicono davvero queste elezioni?
Prima di tutto è evidente la delusione degli elettori 5 Stelle, visto che il partito sta soffrendo un'emorragia di voti che ha pochi precedenti nella storia del nostro paese. Non dovremmo sorprenderci, si erano candidati come gli anti-sistema e ora si riducono a fare la stampella di Salvini pur di governare.
Le amministrative in Sardegna ci mostrano un altro dato interessante. Salvini è forte, ma non tanto come lui e i giornalisti vogliono farci credere. La Lega prende percentuali che non arrivano al 30% di cui ci parlano da mesi; in Abruzzo i leghisti hanno superato il 27%, decisamente al di sopra della loro media, ma già in Sardegna non sono arrivati al 15%. Sono comunque forti, in lizza per essere il primo partito in Italia, ma avranno sempre bisogno di alleanze per governare. Adesso stanno sfruttando il M5S, ma quando questo sarà troppo debole dovranno tornare con Berlusconi e il vecchio centrodestra. Salvini sta giocando bene la sua partita, perché nella prossima coalizione di centrodestra sarà lui il padrone e non Berlusconi, ma sarà comunque la solita minestra che il nostro paese ha mandato giù per quattro legislature.
Anche il PD riceve un messaggio da queste amministrative. Il governo fascista Lega-M5S sta devastando il paese, loro però stanno riuscendo nell'impresa di essere sempre meno credibili e perdere consensi. Se l'ascesa di Salvini è stata colpa del PD, continua a esserlo anche la permanenza del governo. Non c'è un'alternativa credibile e, continuando di questo passo, non ci sarà per molto tempo.