Per coerenza Giorgetti, Cingolani e Draghi dovrebbero affidare le loro competenze istituzionali ad interim a Bonomi così ci risparmiano la pietosa rappresentazione dell’affossamento definitivo di un Paese spolpato da un branco di famelici predatori.

Ormai è passato sufficiente tempo dall’entrata in carica del “governo dei migliori” per esprimere una valutazione sul suo operato: un completo fallimento su tutta la linea e un pieno successo per gli interessi di Confindustria che Draghi & C. stanno rappresentando egregiamente.

Draghi era stato scelto dalla partitocrazia sin dal 2018 per contrapporlo ad un movimento che tra mille difficoltà stava incidendo positivamente sull’intera collettività, le riforme poste in essere avevano il fine di riequilibrare lo strapotere dell' industria d'assalto e le velleità secessioniste del settentrione. I due governi Conte hanno lavorato per unificare e correggere le gravi disparità che si erano prodotte all’interno del Paese ponendo degli argini allo spadroneggiare del micidiale sistema economico-finanziario che ha ridotto a brandelli un Paese che si stava riscattando dall’umiliazione della sconfitta e all’asservimento degli interessi americani: la Germania con la Merkel c’è riuscita l’Italia invece è andata di fatto in pasto a un regime eversivo di destra truccato da falsa democrazia pilotato dal potere economico/militare con la benedizione del Vaticano. Ci stiamo trascinando questo regime dai tempi antecedenti l'ascesa di  Mussolini, questi fu gestito da Confindustria e dai  militari poi gettato via perché ormai inservibile ma quel potere eversivo e totalitario ancora opera liberamente essendo di fatto ben inserito nelle istituzioni e, come uno stato parallelo, pilota la politica e l’economia del Paese attraverso i suoi “fantocci” che fa eleggere in Parlamento.

Che la maggioranza degli italiani non condivida ciò che sta accadendo è palese, lo dimostra il livello di assenteismo in occasione delle ultime elezioni che viene sistematicamente sfruttato dalla partitocrazia per imporre i suoi adepti facendoli eleggere con pochi voti.

Grillo con i suoi show ha attirato l’attenzione dei dissidenti che non rappresentano esclusivamente le periferie degli ignoranti e dei morti di fame, di quelli che non contano come la stampa nazionale vorrebbe far credere, l’aver dato vita ad un movimento non è sufficiente, i meet up sul modello americano dei tea party dei repubblicani possono raccogliere persone per un corso di lingue e per organizzare passeggiate domenicali e poi pilotarne il voto: questo non risolve i problemi ma li aggrava. Il “sistema” Grillo non ha creato una base responsabile e partecipativa, serviva solo a raccogliere un voto passivo, a creare false aspettative: la fortuna è stata aver individuato un premier naturale che ha guidato con competenza e onestà concretizzando alcuni contenuti del programma di governo dei 5S.  È proprio questa esperienza che ha evidenziato le falle di un fenomeno di massa privo di reali prospettive, far eleggere in Parlamento e nei comuni importanti dei giovani non è sufficiente perché è stato troncato unilateralmente il rapporto diretto con l’elettorato e ancor più con la base.

La Raggi è stata lasciata sola ad affrontare un ambiente ostile e pericoloso e la sua onestà l’ha ripagata con una uscita immeritatamente umiliante a favore di un candidato del PD che raccoglieva nella sua lista i “pugnalatori” di Marino, una brava persona che voleva cambiare le vecchie e cattive abitudini consolidate; Toninelli ha affrontato la tragedia del crollo del ponte Morandi e anch’egli è stato abbandonato e sacrificato con il risultato che la ricostruzione è stata affidata a Toti che un budget di 30 milioni di euro l’ha portato a 130 milioni con piena soddisfazione delle ditte appaltatrici e dei loro sponsor politici; Benetton se ne esce con le tasche piene dei soldi degli italiani e una esposizione per i danni causati di soli 450 milioni di euro, la cricca che ha gestito la transazione ha scaricato il resto del risarcimento sulle nostre spalle; per quanto riguarda l’ex Ilva, il presidente di Confindustria  Bonomi ha dichiarato che se non arrivano i finanziamenti pubblici gli imprenditori chiudono bottega e dislocano all’estero: cosa dice chi rappresenta gli interessi dei cittadini nella società (a fondi perduti)? Un silenzio assordante. Chi difende i deboli? Chi difende gli interessi dei cittadini? La “compagnia dei questuanti” non ha limiti né dignità visto che la produzione di acciaio ha generato dei notevoli utili evidentemente non sono sufficienti a sedare la famelicità di questi “polli divoratori”.   Bonafede vara una riforma della giustizia che non è gradita alla partitocrazia, viene sacrificato insieme a Conte: dov’erano Grillo e tutto il movimento? Un silenzio assordante!  

È troppo comodo usare gli altri come scudi per sopravvivere a una “mattanza di regime”; è troppo comodo sfruttare il lavoro e la dignità di un uomo che si era assunto la responsabilità di guidare un governo con dei “Giuda” per alleati e con una pandemia che ha affossato l’economia mondiale e poi offenderlo pubblicamente e affossarne il lavoro di riorganizzazione di un fenomeno di massa com’è il Movimento pensato e realizzato dal “papà” Grillo e dallo zio (dietro le quinte) Casaleggio.

Esaltare pubblicamente un Cingolani e un Draghi come grillini è una grave responsabilità che Grillo si è preso ma nessuno del Movimento ha osato contraddirlo buon per lui che i due “neo eletti grillini” non gli hanno riso in faccia ma, viste le decisioni prese dall’attuale governo, ciò che sconcerta sono le telefonate che Draghi fa al “garante dei valori” per pilotare il consenso degli eletti asservendoli agli interessi di un governo che è in antitesi con i principi del “suo” Movimento lo dimostra il fatto che tutte le riforme sono state disintegrate: questa incapacità di difendere i risultati di due anni di lavoro si commenta da solo.

Tolto Conte non rimane altro che la delusione di chi ci credeva; la creatura di Grillo non ha le gambe per reggersi in piedi figuriamoci camminare perché manca quello che Conte ha proposto: un rapporto diretto, costruttivo e partecipativo con la base in un cammino di consapevolezza e di assunzione diretta di responsabilità attraverso la partecipazione alla vita pubblica, politica, culturale ed economica del Paese attraverso l’adesione a gruppi di studio, di sperimentazione, di progettazione inerenti ai luoghi di residenza dei partecipanti; si possono pure organizzare passeggiate e incontri conviviali ma questi devono essere aspetti piacevoli di socializzazione ma non lo scopo principale.

Conte deve guardare al quel 50% e più di persone molte delle quali sono disposte a mettersi in gioco per una buona causa, quella è la base che deve cercare e conquistare con le sue iniziative: in quel 50% vi sono tante persone intelligenti, capaci e oneste, ci sono anche gli sfortunati che non hanno cultura non per questo devono essere ignorati: l’accettazione della carta dei principi è un ottimo inizio perché su quei valori si può costruire qualcosa di solido, ridare la speranza a chi l’ha perduta, entusiasmo ai delusi: non credo che a Gualtieri, Letta, Renzi, Calenda e vai dicendo possa interessare.

Conte è una persona intelligente, ma si deve rendere conto che il PD ha moltissimo in comune con la Lega & C. e molto poco con il Movimento politico che ha strutturato e proposto a tutti i cittadini.