Ciclicamente la politica, magari quando vuole evitare di affrontare i problemi reali dei cittadini come scuola, sanità, giustizia, sicurezza, fisco, pensioni e stipendi, tira fuori dal cilindro la questione della cittadinanza, lo Ius soli, sanguinis, scholae e culturae.

Ius, ius, ius… ma poi nessun governo, nè di destra nè tantomeno di sinistra, la parte che maggiormente insiste sull’argomento, più per spaccare la maggioranza di governo che per propria convinzione, ha fatto una legge in nessuna di queste direzione.

Per cui ci teniamo l’attuale normativa sul diritto di cittadinanza. L’auspicio è che la cittadinanza italiana così come viene concessa a certi personaggi dello sport venga concessa a chiunque ne abbia diritto, senza dovere essere per questo un personaggio famoso.

Ma cittadinanza a parte, resta il problema dell’integrazione. I migranti, considerato il calo demografico del nostro paese, sono una ‘risorsa’ necessaria, come dicono taluni, ma è vieppiù urgente accogliere i migranti offrendo loro condizioni più umane e civili di quelle attuali, dargli un alloggio, formarli professionalmente e introdurli in quel mondo del lavoro dove c’è maggiore richiesta di manodopera.

Cittadinanza, la normativa vigente.  
In Italia, la normativa vigente per la concessione della cittadinanza è regolata principalmente dalla Legge n. 91 del 5 febbraio 1992. Questa legge disciplina le diverse modalità attraverso cui è possibile acquisire la cittadinanza italiana. Ecco i principali modi in cui si può ottenere la cittadinanza in Italia:

1. Ius Sanguinis (Diritto di sangue)
La cittadinanza italiana viene acquisita automaticamente per nascita se almeno uno dei genitori è cittadino italiano, indipendentemente dal luogo di nascita.

2. Ius Soli limitato

In Italia, esiste una forma di ius soli limitato: la cittadinanza può essere acquisita alla nascita da un bambino nato in Italia da genitori stranieri, ma solo se i genitori sono apolidi (senza cittadinanza) o se la legge dello Stato di origine non riconosce la cittadinanza al bambino, o se almeno uno dei genitori è nato in Italia.

3. Naturalizzazione

La cittadinanza può essere richiesta da cittadini stranieri che risiedono legalmente in Italia per un certo numero di anni:10 anni per i cittadini extra-UE.
4 anni per i cittadini di paesi dell’Unione Europea.
5 anni per gli apolidi e i rifugiati.
3 anni per i discendenti di cittadini italiani (fino al secondo grado) o per chi è nato in Italia.
È inoltre richiesto un reddito minimo per gli ultimi tre anni, oltre alla conoscenza della lingua italiana (almeno livello B1).

4. Matrimonio con cittadino italiano

Un cittadino straniero o apolide può richiedere la cittadinanza italiana dopo:2 anni di residenza legale in Italia dopo il matrimonio (o unione civile) con un cittadino italiano.
3 anni se risiede all’estero. I tempi si dimezzano in presenza di figli nati o adottati dalla coppia.

5. Cittadinanza per beneficio di legge

Minori stranieri adottati da cittadini italiani acquisiscono automaticamente la cittadinanza.
Minori stranieri nati in Italia possono richiedere la cittadinanza entro un anno dal raggiungimento della maggiore età (18 anni) se hanno risieduto legalmente e continuativamente in Italia sin dalla nascita.

6. Cittadinanza per dichiarazione

Può essere concessa a chi è nato in Italia e ha risieduto legalmente e continuativamente in Italia fino al raggiungimento della maggiore età, se la domanda viene presentata entro un anno dal compimento dei 18 anni.

7. Casi eccezionali

La cittadinanza può essere concessa per meriti speciali o per motivi di interesse nazionale, con un decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’Interno.
Iter di Richiesta: Le richieste di cittadinanza vengono presentate alla Prefettura per chi risiede in Italia, oppure alle autorità consolari italiane all’estero. Il processo può richiedere diversi mesi o anni e include la verifica dei requisiti, la raccolta della documentazione necessaria e il pagamento di una tassa.
Modifiche recenti: La normativa italiana sulla cittadinanza ha subito modifiche nel corso degli anni, con l’introduzione di requisiti più stringenti, come la conoscenza della lingua italiana. Inoltre, sono stati proposti nuovi disegni di legge che mirano a riformare il sistema, ma la legge del 1992 rimane quella in vigore.


Ius Soli, Ius Sanguinis, Ius Scholae e Ius Culturae: quali sono le differenze? 

“Ius Soli,” “Ius Sanguinis,” “Ius Scholae,” e “Ius Culturae” sono quattro principi giuridici che riguardano l’acquisizione della cittadinanza. Ciascuno di essi definisce modalità diverse per ottenere la cittadinanza, in base a criteri specifici. Ecco le differenze tra di loro:

  • Ius Soli (diritto del suolo):
    Definizione: La cittadinanza è acquisita automaticamente da chi nasce sul territorio di un determinato paese, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.
    Esempio: Se un bambino nasce in un paese che applica lo ius soli, acquisisce automaticamente la cittadinanza di quel paese anche se i genitori sono cittadini stranieri.
    Applicazione: Questo principio è in vigore in paesi come gli Stati Uniti e il Canada.

  • Ius Sanguinis (diritto di sangue):
    Definizione: La cittadinanza è acquisita in base alla cittadinanza dei genitori, indipendentemente dal luogo di nascita.
    Esempio: Se un bambino nasce all’estero da genitori che sono cittadini di un paese che applica lo ius sanguinis, il bambino acquisisce la cittadinanza dei genitori.
    Applicazione: Questo principio è tipico di molti paesi europei, inclusa l’Italia.
    Ius Scholae (diritto della scuola):Definizione: La cittadinanza può essere acquisita dai minori stranieri che hanno completato un ciclo di studi nel paese di residenza.
    Esempio: In Italia, ad esempio, una proposta di legge prevede che un bambino straniero possa acquisire la cittadinanza italiana dopo aver completato un ciclo di studi di almeno cinque anni nelle scuole italiane.
    Applicazione: Questo principio è più recente e specifico per i minori che si integrano attraverso il sistema scolastico del paese.

  • Ius Culturae (diritto della cultura):
    Definizione: La cittadinanza può essere concessa a chi dimostra di essere integrato nella cultura del paese, spesso attraverso l’educazione e la partecipazione attiva alla vita sociale e culturale.
    Esempio: In alcuni paesi, un minore straniero potrebbe ottenere la cittadinanza se è cresciuto e ha studiato nel paese, dimostrando un’integrazione culturale profonda.
    Applicazione: Anche questo principio è legato ai minori e mira a riconoscere la cittadinanza a chi ha acquisito una cultura locale attraverso l’istruzione e la vita quotidiana.


In sintesi, Ius Soli e Ius Sanguinis sono i principi tradizionali che regolano la cittadinanza in molti paesi, mentre Ius Scholae e Ius Culturae sono concetti più recenti che cercano di adattare il diritto di cittadinanza alle moderne dinamiche migratorie e di integrazione.