Nel mese di maggio, l'Istat ha stimato invariato il dato congiunturale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, rispetto al mese precedente.

La variazione congiunturale nulla vede, da una parte, la crescita dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+1,1%) e degli alimentari non lavorati (+1%), dall'altra, la diminuzione dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,8%).

L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici diminuiscono  ulteriormente, anche se di poco, e si portano entrambe a +0,2% (dal +0,3% di aprile).


Su base tendenziale, invece, l'inflazione cresce, rispetto a maggio 2020, del +1,3% (dal +1,1% del mese precedente).

In questo caso il risultato si deve quasi esclusivamente all'andamento dei prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +9,8% di aprile a +13,8% a causa dei prezzi della componente non regolamentata (che accelerano da +6,6% a +12,6%), mentre quelli della componente regolamentata continuano a registrare un forte incremento, ma stabile (+16,8% come ad aprile). Tale dinamica è solo in parte compensata dalla frenata dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona la cui crescita (+0,7% ad aprile) si azzera.


L'inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,2% per l'indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona amplificano la loro flessione (da -0,7% a -0,9%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto accelerano (da +1,0% a +1,4%).


L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce del -0,1% su base mensile (la stima preliminare era di una variazione nulla) e aumenta su base annua del +1,2% (dal +1% del mese precedente); la stima preliminare era +1,3%.


L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un calo del -0,1% su base mensile e un aumento del +1,3% su base annua.