L'unico provvedimento di una certa importanza su cui il Senato sarà chiamato a discutere è il decreto legge n.14, sulla sicurezza delle città, già approvato dalla Camera ed in scadenza il 21 aprile. Ma di questo se ne parlerà solo la prossima settimana, presumibilmente a partire da mercoledì 11.

Quindi, fino a quella data, ulteriori motivi per valutare la stabilità del governo non ce ne dovrebbero essere. Stabilità, messa rischio dalla nomina, mancata, del senatore PD Giorgio Pagliari alla presidenza della commissione Affari Costituzionali del Senato. Presidenza che è andata invece al senatore di Alternativa Popolare Salvatore Torrisi.

In sostituzione della senatrice Finocchiaro, che in precedenza occupava quell'incarico, le logiche di maggioranza avevano indicato in Pagliari il successore. Ma i membri della Commissione hanno votato diversamente, facendo così infuriare il Partito Democratico di Renzi che ha addirittura richiesto di riferire al Colle.

Mattarella ha declinato la richiesta facendo capire che l'assegnazione o meno di una poltrona in una Commissione del Senato riguarda i rapporti tra i partiti e nulla ha a che vedere con la presidenza della Repubblica.

Gli alfaniani, tramite le parole del capo in testa, il ministro (ora) degli Esteri Angelino Alfano che ha assicurato fedeltà al Governo, hanno giurato sull'assoluta estraneità a qualsiasi manovra per farlo cadere, ricordando l'invito a dimettersi - pena espulsione dal gruppo - al senatore Torrisi, che da parte sua non ha ancora deciso se obbedire o meno, anche se dalle ultime dichiarazioni rilasciate non sembri dell'avviso.

I renziani del PD, che si guardano diffidenti perché non escludono che qualcuno di loro abbia votato in maniera diversa alle indicazioni di partito, accusano i fuoriusciti di MDP di essere i responsabili dell'affaire e di voler creare tensioni nel governo, nonostante la dichiarazione di volerlo appoggiare. Gli interessati hanno rispedito al mittente l'accusa ricordando, con le parole di Roberto Speranza, che la stagione dell'arroganza è finita.

Che quanto è accaduto non sia frutto del caso è sicuro. Quali ne siano però le motivazioni, non è ancora certo. La cosa più probabile è che alcuni partiti cerchino di marcare il terreno in funzione della legge elettorale che - prima o poi - andrà discussa, cercando di far valere il loro peso, con il ricatto di non far cadere la legislatura, per aspetti ritenuti imprescindibili nella nuova legge, come la questione delle coalizioni e quella dei capilista bloccati.

Maggiore indiziato dell'attuale fase di instabilità, anche da parte del PD, è il partito di Alfano che, per tutta risposta, ha invitato il PD a dire chiaramente se stia puntando alla crisi di Governo.