Dopo lunghe ed estenuanti trattative portate avanti dall’ instancabile ministro per gli Affari europei il Sud e la coesione, Raffaele Fitto, al centro dell'attenzione per la possibile nomina a commissario italiano, è arrivato il tanto atteso via libera dell'Ue alla proroga fino al 31 dicembre della cosiddetta decontribuzione sud, una misura legata al quadro temporaneo Ue sugli aiuti di Stati, che prevedeva l'esonero contributivo pari al 30% per le imprese del Mezzogiorno.

L'ok è stato annunciato dallo stesso ministro Fitto, al termine di un incontro con la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, ieri mattina a Bruxelles.

Ora "l'obiettivo è quello di trasformare" la misura, "d'intesa con la Commissione europea, in uno strumento più a lungo termine e più orientato verso gli investimenti" ha detto Fitto. Grande soddisfazione anche da parte del ministro del lavoro Marina Calderone, che ha affermato appresa la notizia che “La proroga della Decontribuzione Sud, che ha consentito alle nostre aziende del Mezzogiorno di crescere e partecipare al generale rilancio dell’occupazione è un risultato del governo italiano per il quale ringrazio il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto e in modo particolare la Vicepresidente esecutiva della Commissione Europea, Margrethe Vestager.

Questa decisione è il riconoscimento del fatto che la decontribuzione è oggi necessaria per le nostre aziende del Mezzogiorno, per continuare nel percorso intrapreso di riduzione dei divari territoriali e promozione delle imprese, del lavoro e del sistema produttivo nel suo complesso. Questi ulteriori 6 mesi sono fondamentali per consentirci di mettere a punto una revisione organica della Decontribuzione Sud, sempre più orientata agli investimenti. Ringrazio i tecnici delle strutture del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che hanno avviato e gestito l’iter procedurale del rinnovo della misura, congiuntamente con il Dipartimento per gli Affari Europei”.

La proroga di sei mesi  concessa dalla Ue sarà applicabile solo per le assunzioni effettuate entro il 30 giugno 2024.  

L’Italia ha richiesto due modifiche al regime attuale: un aumento di bilancio di 2,9 miliardi di euro (portando il totale a 14,3 miliardi) e la proroga del periodo di riduzione dei contributi fino al 31 dicembre 2024. Gli aiuti saranno quindi basati su un bilancio di previsione e concessi fino al 30 giugno 2024, come confermato da una nota UE.

Questa agevolazione ha registrato  numeri record: nel 2023 ha incentivato 1.453.444 rapporti di lavoro, nel 2022 1.377.453, e nel 2021 1.224.044, secondo i dati rielaborati dall’Ufficio parlamentare di Bilancio. Si tratta di una notizia molto attesa ed importante dal governo, alla luce anche del fatto che la stessa sembra aver registrato un grande successo ed impatto positivo sull'economia del sud Italia. Nel 2023 la crescita economica è stata più intensa nel Mezzogiorno, che nel 2022 aveva mostrato andamenti al di sotto della media nazionale, e nel Nord-Ovest. Lo rileva l'Istat nella stima preliminare del PIL e dell'occupazione territoriale-anno 2023 spiegando che in particolare, il Pil è aumentato in volume dell’1,3% nel Mezzogiorno e dell’1% nel Nord-ovest, a fronte di dinamiche più contenute nel Nord-est (+0,8%) e, soprattutto, nel Centro (+0,5%).

Le Costruzioni si confermano il settore più dinamico in quasi tutte le aree del Paese, registrando i risultati migliori al Centro e nel Mezzogiorno con una crescita del valore aggiunto, rispettivamente, del 5,8% e del 4,6%. Anche in termini occupazionali il Mezzogiorno è stata l’area che ha dato il contributo maggiore alla crescita, con un incremento degli occupati che ha raggiunto il 2,5%. Più contenuto è risultato lo sviluppo dell’occupazione nelle restanti aree (Nord-est +2%, Nord-ovest +1,5% e Centro +1,2%).

Insomma a guardare questi dati le accuse che vengono lanciate al governo di essersi dimenticato del sud appaiono sempre più stonate e fuori luogo.