A seguito della morte del 26enne Andrea Papi dovuta all'attacco di un orso nel pomeriggio del 5 aprile mentre correva nei boschi di Caldes, in val di Sole, "la Giunta provinciale di Trento ha comunicato al Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica il provvedimento contingibile e urgente per la rimozione di un orso pericoloso per incolumità e sicurezza pubblica".

Non solo. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha anticipato anche la "rimozione" di altri tre orsi "problematici": MJ5, JJ4 e M62 che richiederà il parere non vincolante di Ispra (Istituto nazionale per la fauna selvatica)... anche se non si capisce il perché venga richiesto.

Non solo, lo stesso Fugatti, ha poi anticipato la rimozione di cinquanta orsi perché quello era il numero previsto dal piano di ripopolamento. Adesso ce ne sono un centinaio e allora vanno abbattuti. Sì, perché il termine "rimozione" per i Fugatti di turno e per i leghisti come lui che non hanno evidentemente molta dimestichezza con l'italiano, va interpretato con il significato di abbattimento. 

In pratica, Maurizio Fugatti,  presidente della Giunta provinciale di Trento, con il supporto del governo  Meloni - a suo dire - vuole sterminare una cinquantina di orsi. 

Maurizio Fugatti - riporta una nota dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali) - finalmente getta la maschera. Il suo obiettivo non è quello di garantire la sicurezza dei cittadini ma di sterminare gli orsi del Trentino, usando come pretesto la tragica morte del runner 26enne. L'ufficio legale di Enpa segue con estrema preoccupazione l'evoluzione della vicenda ed è pronto a ricorrere in sede giudiziaria contro ogni decisione che possa violare la legalità. Inoltre l'ufficio legale di Enpa sta valutando azioni contro quei sindaci che non avessero adottato e che dovessero continuare a non adottare tutte le misure di prevenzione necessarie.Il pogrom di Fugatti contro i plantigradi non ha nulla a che vedere con la prevenzione e rappresenta un'offesa alla memoria di Andrea Papi, per la cui scomparsa rinnoviamo il nostro cordoglio e la nostra solidarietà ai familiari. E' l'ultimo tassello di una guerra personalissima che - spiega l'Ente Nazionale Protezione Animali – risale almeno al 2011 quando l'esponente leghista cercò di organizzare senza successo un banchetto a base di carne di orso.Ma questa guerra, secondo Enpa, ha anche la funzione di occultare le gravissime omissioni di cui da almeno un quindicennio si è resa responsabile la PAT, che ben poco ha fatto per informare la popolazione sulle regole per una corretta convivenza con gli orsi e con le altre specie selvatiche.Fin dal lontano 2010, quando la Provincia era governata da Dellai, Enpa ha più volte proposto di organizzare iniziative di formazione, partendo dalle scuole e offrendo la propria disponibilità ad una piena collaborazione. Dalle istituzioni Enpa non ha avuto alcuna risposta. L'associazione inoltre non ha mai smesso di sollecitare le istituzioni provinciali e nazionali, affinché adottassero quei metodi di prevenzione che il mondo scientifico e l'esperienza condotta anche all'estero hanno dimostrato essere davvero efficaci per evitare situazioni conflittuali tra animali e attività antropiche. In alcuni Paesi – ricorda Enpa - le zone frequentate dagli orsi sono dotate di campanacci che, distribuiti lungo il territorio, spaventano i plantigradi tenendoli a distanza dall'uomo.In questo senso, la Provincia di Trento ha delle chiare responsabilità politiche per i fatti di Caldes, nella misura non sono stati applicati tutti quei sistemi di prevenzione che avrebbero potuto evitare questa tragedia. Con il suo furore ursicida Fugatti continua a reiterare la sua politica di omissioni e rancori personali, conclude Enpa che lancia una sfida al Presidente della Provincia: Ove mai la PAT intendesse correggere i suoi errori, siamo pronti a fare la nostra parte e a collaborare fattivamente per la sicurezza di tutti, uomini e animali".

Di seguito, invece, il commento dell'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa):

"Un amministratore mosso da spirito di vendetta e che va alla rappresaglia: questo appare oggi più che mai il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che ha dichiarato guerra agli orsi che fanno gli orsi. Un amministratore in campagna elettorale -  le elezioni provinciali si terranno il prossimo ottobre - che in nome della sicurezza delle proprie comunità non si cura né di coloro che non vogliono il sangue di animali colpevoli di seguire il loro istinto naturale, né di rispettare l'articolo 9 della Costituzione, arrivando a chiedere lo stravolgimento della normativa, europea e nazionale, a tutela di specie protette. Questo il campionario di frasi usate ieri sera dal presidente Fugatti: "Non mi preoccupo delle modalità di cattura". "Per troppo tempo, qui, ci si è occupati delle problematiche degli orsi. Per troppo tempo ci si è occupati del benessere degli orsi". "Ora il percorso viene invertito. Ma non da noi che per noi è sempre quello, ma chiediamo che sia invertito dalle comunità competenti". E, soprattutto: "Non mi preoccupa il benessere degli animali e come verranno catturati. E non mi preoccupa neanche se i nostri organi dovessero sbagliare animale nelle azioni che fanno per identificare il soggetto".Un amministratore e un'amministrazione coscienziosi dovrebbero rappresentare tutti i portatori d’interesse, dovrebbero agire nel rispetto delle norme di salvaguardia della biodiversità e non dovrebbero essere mossi da spirito di rappresaglia, da spirito di vendetta. Chi vuole un Trentino macchiato di sangue di orsi che fanno gli orsi non può rappresentare tutta la comunità.L’Oipa torna a ricordare che esiste sempre un modo per convivere serenamente con gli animali che vivono nel loro habitat. Altre Regioni lo dimostrano. Le istituzioni mettano un maggiore impegno nella diffusione d'informazioni utili a tal fine e attivino, con le categorie produttive, misure di salvaguardia nel rispetto della vita animale, tutelata dall’articolo 9 della Costituzione".

Da parte di Fugatti, però, si attende ancora un'ordinanza per l'abbattimento (di quel che resta) del ghiacciaio della Marmolada dopo che il crollo di una sua parte avvenuto l'estate scorsa ha causato la morte di 11 persone. Attualmente non solo non è stato effettuato l'abbattimento del ghiacciaio della Marmolada, ma neppure di quelli ritenuti pericolosi nelle Dolomiti trentine... oltre all'abbattimento del 50% del totale di quelli ancora presenti. 

Ma da un leghista dallo sguardo così intelligente e vigile come quello di Fugatti, questa non è sicuramente una dimenticanza... sta solo valutando il numero di chilotoni minimi necessari per farlo.