È felice, Matteo Salvini. In questi giorni, dalle pagine social dei suoi account, può associare la sua facciona sorridente a quella delle parole, sgombero, ruspa, legalità, sicurezza ordine...

Secondo il ministro dell'Interno, contrastare chi cerchi di aiutare gli altri è sinonimo di legalità, sicurezza ordine! Ciò che il centro Baobab offriva era un aiuto poco più che improvvisato, ma che garantiva comunque una sistemazione temporanea a oltre 100 persone - molte delle quali con regolare permesso di soggiorno e comunque già identificate dalle autorità competenti - evitando loro di non stare per strada.

Adesso, dopo che il soddisfatto Salvini ha "risolto" il problema Baobab con Polizia e ruspe, le persone a cui il centro dava un minimo di ospitalità si riverseranno nei pressi della Stazione Tiburtina, senza che nessuno possa garantire loro neppure i minimi servizi indispensabili.

Ma Salvini non diceva di voler togliere le persone dalla strada? E qual è il vantaggio che ne deriva per Roma, in termini di sicurezza, da questo tipo di operazione?

Per quanto riguarda Baobab, l'esperienza non sembra conclusa. Giovedì 15 novembre alle ore 11:00 presso il Centro Congressi Frentani di Roma, l'associazione spiegherà come, d'ora in avanti, intenderà portare avanti la solidarietà verso i richiedenti asilo e protezione in transito a Roma, e traccerà un consuntivo di quanto accaduto nella Capitale in termini di accoglienza dal 2015 ad oggi.


«La stagione degli sgomberi è iniziata da tempo, perché pare sia la ventiduesima volta che accade al Baobab – ha detto ieri al Sir Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international, a margine di una conferenza stampa sulla Libia alla Camera dei deputati. - Stavolta sembra che le istituzioni vogliano mettere la parola fine.

Ma il Baobab è tutt'altro che una zona franca come è stata definita dal ministro dell’Interno. È una zona che ha assunto un compito dell’accoglienza che spettava all'amministrazione di Roma. È quindi ricominciata una stagione degli sgomberi che rischia di essere ancora più cruenta.

Queste esperienze non possono essere chiamate zone franche e illegali ma luoghi dove si fa solidarietà ed accoglienza in maniera dignitosa.»


Alla conferenza era presente anche Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci, che, parlando di china pericolosa, ha dichiarato: «Il ministro dell’Interno ordina che sia fatta pulizia, e per pulizia si intende tutti quelli che non la pensano come lui e come il governo, a prescindere dalla legge e dalle condizioni delle persone.

Roma è una città molto complicata,in cui gli spazi di accoglienza sono molto limitati e se le persone trovano soluzioni alternative a quelle pubbliche è perché quelle pubbliche non fanno la loro parte.

Voler cancellare una esperienza come quella del Baobab significa voler cancellare una esperienza che ha rappresentato per un lungo periodo una risposta per quanti attraversavano la città di Roma o non avevano altre soluzioni alloggiative. Ma significa anche prendere una iniziativa che attacca chi oggi è dalla parte dell’accoglienza.»


E tanto per capire l'aria che tira, a chi gli ha chiesto quando il suo ministero effettuerà lo sgombero di CasaPound dall'immobile situato al civico 8 di via Napoleone III a Roma, Salvini ha risposto che non è urgente.